Vent’anni di evoluzione musicale, un percorso artistico che si snoda tra sperimentazione e affermazione: gli Horrors si apprestano a conquistare il Siren Festival di Cagliari il 12 luglio, evento inaugurale di una nuova edizione in Sardegna. Un’occasione mancata fino ad ora, ammette Faris Badwan, frontman carismatico della band, esprimendo un vivo desiderio di compensare questa assenza con un concerto memorabile.L’estate sarda, con il suo sole accecante e il profumo del mare, offrirà un palcoscenico ideale per la performance degli Horrors, un’occasione privilegiata per tessere un legame intenso con un pubblico pronto a lasciarsi trasportare dalle loro sonorità. Badwan sottolinea come l’esplorazione di nuovi territori geografici stimoli in modo significativo il processo creativo, alimentando la necessità di rinnovamento e di sperimentazione sonora. L’ultimo lavoro, “Night Life”, è stato oggetto di rielaborazioni in studio, con particolare attenzione a brani come “Lotus Eater,” che si rivela particolarmente efficace nella sua resa dal vivo.Il viaggio musicale degli Horrors è un caleidoscopio di influenze e contaminazioni. Dalle radici nel garage rock, l’esplorazione si è estesa a territori oscuri come il goth e il post-punk, per poi abbracciare le atmosfere eteree del shoegaze, l’elettronica pulsante e le distorsioni industriali. Contrariamente a una pianificazione rigida, i cambiamenti di direzione emergono spontaneamente, come riflesso degli interessi e delle sensibilità individuali dei membri della band, in un flusso continuo di ispirazioni.Badwan esprime un rifiuto categorico verso la ripetizione, auspicando un percorso artistico costantemente dinamico e in grado di cogliere le sfumature del cambiamento. L’evoluzione delle modalità di fruizione musicale, con l’avvento delle piattaforme digitali, ha indubbiamente alterato il rapporto tra artista e pubblico, ma il desiderio di connessione umana, la ricerca di un’esperienza emotiva profonda, resta un elemento imprescindibile. La magia della creazione risiede proprio in questa capacità di evocare sentimenti, di suscitare emozioni, di creare un ponte invisibile tra chi crea e chi ascolta.L’uscita di un nuovo album, ancora fresco di stampa, segna un momento cruciale nel percorso degli Horrors. Un’opera che non solo riflette una maturità artistica raggiunta, ma anche una profonda rielaborazione del processo creativo. L’introduzione di Amelia Kidd e Jordan Cook, due nuovi membri del gruppo, ha iniettato una ventata di energia e ha contribuito a riscoprire aspetti inesplorati della loro identità musicale, con un focus particolare sulla ricerca di legami autentici, tema centrale dei nuovi testi.Il pubblico ideale degli Horrors, secondo Badwan, è costituito da anime sensibili, dotate di un gusto raffinato, attratte da sonorità complesse ed evocative. Citazioni di Sonic Youth, The Cure e Nine Inch Nails delineano un orizzonte di influenze, ma rivelano solo una parte del vasto universo musicale che nutre la loro creatività. Il processo compositivo inizia con l’identificazione di un’atmosfera particolare, un’onda emotiva da catturare e trasformare in canzone. La capacità della musica di evocare sentimenti intensi, al di là delle barriere di genere, rappresenta il cuore pulsante della loro ricerca artistica: un piccolo schizzo iniziale che si evolve attraverso un processo di affinamento, un continuo tentativo di individuare e sviluppare l’elemento di eccitazione intrinseco, con la consapevolezza che non tutte le idee meritano di vedere la luce, e che a volte un’ispirazione può rimanere in sospeso per anni, per poi cristallizzarsi in un brano definitivo.
Horrors al Siren Festival: un concerto per recuperare un’assenza e creare magia.
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