“L’estate delle comete azzurre”, pubblicato per Camena Edizioni il 7 ottobre, si configura come un’opera ibrida, un mosaico narrativo che fonde elementi di thriller psicologico, dramma paranormale, romanzo di formazione e suggestioni noir.
Piergiorgio Pulixi, già acclamato con il premio Scerbanengo per il suo contributo al genere poliziesco, intraprende con questo romanzo illustrato un percorso inesplorato: la letteratura per ragazzi, alimentato da una profonda ispirazione nei racconti di passaggio all’età adulta di Stephen King.Pulixi descrive la genesi del romanzo come un’immersione profonda in un “luogo e tempo dell’anima”, un’esplorazione autobiografica che attinge a ricordi d’infanzia e adolescenza, sedimentati nel paesaggio sardo.
La narrazione si concentra sull’età cruciale del cambiamento, quell’età in cui il corpo muta, la percezione di sé si frammenta e il confronto con il mondo assume contorni inattesi.
Lungi dall’attenuare le fragilità adolescenziali, il romanzo le amplifica, trasformandole in specchi distorti di un’inquietudine più profonda.
A dare forma visiva a questa narrazione suggestiva è l’illustratore Daniele Serra, artista noto per le sue interpretazioni grafiche di autori quali Stephen King, Clive Barker e Joe R.
Lansdale, e per la sua collaborazione con Dylan Dog.
I suoi acquerelli, caratterizzati da un’estetica gotica e da una sensibilità dark, non si limitano a decorare le pagine, ma contribuiscono a costruire un’atmosfera sospesa tra sogno e incubo, tra bellezza e orrore.
La sintonia artistica tra i due autori emerge con immediatezza, generando un connubio sinergico tra parola e immagine.
Al centro della storia troviamo Michele Rivalta, un personaggio che evoca la figura mitologica di Orfeo, ma con una profonda connotazione moderna.
Michele ritorna da un viaggio simbolico negli inferi, portando con sé un dono ambiguo e terrificante: la capacità di vedere oltre il velo della morte.
Questa visione, che dovrebbe portare conforto, si rivela un fardello gravido di responsabilità, un dono per il quale il protagonista non possiede gli strumenti emotivi per affrontare le conseguenze.
Il romanzo si sviluppa come un viaggio onirico attraverso paesaggi intrisi di mistero: strade desolate, nebbie penetranti, piogge incessanti.
L’esperienza di Michele diventa quindi l’allegoria delle paure e delle angosce che affliggono l’adolescente, una discesa nell’abisso della mente umana, dove gli incubi prendono forma e si materializzano in figure spaventose, amplificate dalla visione peculiare del protagonista e dalle evocative illustrazioni di Serra.
Il romanzo si propone quindi come un’esplorazione delle ombre dell’animo umano, un’indagine sulla precarietà dell’esistenza e sulla difficoltà di affrontare il mistero della morte.






