domenica, 13 Luglio 2025
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Life After Oil: Cinema, Ambiente e Diritti Umani al Festival

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Il Life After Oil Festival: Un Crogiolo di Narrazioni Globali per un Futuro SostenibileIl 12° International Film Festival Life After Oil di Villanovaforru si è concluso celebrando l’impegno artistico per l’ambiente e i diritti umani, confermando il suo ruolo di piattaforma internazionale di riferimento.
L’edizione 2024, intrisa di un’urgenza palpabile, ha visto la premiazione di opere provenienti da ogni angolo del mondo, testimonianze potenti di realtà spesso silenziate e marginalizzate.
Il prestigioso premio Giuseppe Ferrara per il miglior lungometraggio è andato a “Patrol”, diretto da Camilo de Castro e Brad Allgood (Nicaragua, 2023), un’opera che, come sottolinea il direttore artistico Massimiliano Mazzotta, apre una finestra su un mondo distante, ma profondamente connesso alle sfide che l’umanità intera si trova ad affrontare.

L’assegnazione di una pergamena e la tradizionale maschera di Ottana, dono del comune barbaricense, ha sancito l’importanza dell’evento per la comunità locale, che lo accoglie con orgoglio e partecipazione.

La ricchezza e la varietà dei contenuti presentati, tra lungometraggi, cortometraggi ambientali e dedicati ai diritti umani, animazioni e proiezioni nel “World Panorama”, hanno reso ardua la scelta per la giuria.

La qualità artistica complessiva ha evidenziato come il cinema possa diventare uno strumento fondamentale per sensibilizzare il pubblico, stimolare il dibattito e promuovere azioni concrete verso un futuro più equo e sostenibile.

Il premio del pubblico, segno di un coinvolgimento emotivo profondo, è stato attribuito a “Jus d’Orange” (Francia, 2024), un’animazione che ha conquistato anche il riconoscimento per il miglior film di animazione, dimostrando come il linguaggio dell’animazione possa essere veicolo di messaggi complessi e universali.
Una menzione speciale, lungometraggi, è andata a “80′ USA One With The Whale” (Pete Chelkowski e Jim Wickens, USA, 2024), un documentario toccante che racconta la lotta per la sopravvivenza di una famiglia indigena dell’Alaska, un monito sulla fragilità delle culture ancestrali di fronte all’incalzare del progresso e dei cambiamenti climatici.
“Herders at the edge” (Delgerzaya Delgerjargal, Mongolia, 2024) ha vinto il premio come miglior documentario ambientali, cortometraggi, documentando la resilienza e la precarietà delle comunità pastorali mongole, minacciate dalle conseguenze del riscaldamento globale.

Il cortometraggio “Entropy” (Inuk J›rgensen, Groenlandia, 2024) e “The Wind That Shakes The Prisoner Ant” (Chiu-wing Leslie Chan, Cina, 2024) hanno ricevuto menzioni speciali, celebrando la bellezza e la vulnerabilità degli ecosistemi artici.
La sezione dedicata ai diritti umani ha visto un pareggio, con “Toranj” (Tina Ahmadi Król, Iran) e “Ghost from the East” (Ahmet Sami Kurİş, Turchia, 2024) che condividono il premio.
Menzioni speciali sono state dedicate a “Arraqua” (Anis Fayala, Tunisia, 2024), che affronta il tema del razzismo con sguardo crudo e diretto, e a “Things Unhe Of” (Ramazan Kilic, Turchia, 2023), un’opera curda che esplora le zone d’ombra dell’esperienza umana.
Il “World Panorama”, sostenuto dall’Associazione Pro Loco di Villamar, ha premiato “Two Tickets” (Mazen Haj Kassem, Danimarca, 2024), un film che affronta il tema della solitudine in modo commovente e universale.

Emergency Sassari ha riconosciuto “Good Morning Gaza” (Dörthe Eickelberg, Germania, 2024), mentre ISDE Medici per l’ambiente ha dedicato una menzione speciale a “The Art of Giving” (Mickael Couturier, Francia – Indonesia, 2023), un’opera che denuncia le condizioni di vita disumane dei bambini che sopravvivono in una montagna di rifiuti a Bali.

Medicina Democratica ha premiato “Wild Coast Warriors” (Nick Chevallier e Leigh Wood, Sudafrica, 2023), un documentario che racconta la lotta di una comunità contro la devastazione ambientale.
Il Life After Oil Festival si conferma così un faro di speranza e un motore di cambiamento, capace di portare alla luce storie che altrimenti rimarrebbero nel silenzio, contribuendo a costruire un futuro più giusto e sostenibile per tutti.

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