L’isola di Sardegna, ben più di un semplice luogo geografico, incarna per Mahmood una dimensione esistenziale, un’eco costante nel tessuto della sua identità.
Accolto ad Orosei con la cittadinanza onoraria e le chiavi della città, un gesto simbolico di profonda accettazione, l’artista riafferma un legame che affonda le radici nell’infanzia e nella storia familiare.
Non si tratta di una mera appartenenza territoriale, ma di una connessione intima e radicata, forgiata nei ritmi lenti della vita sarda, nei profumi della macchia mediterranea e nelle voci dei suoi cari.
Orosei, in particolare, funge da fulcro di questa relazione, custode di memorie preziose, di estati in cui il tempo sembrava dilatarsi, intessute di giochi sulla spiaggia e racconti attorno al fuoco.
L’isola, per Mahmood, è un patrimonio emotivo, un deposito di esperienze formative che hanno contribuito a plasmare la sua personalità artistica.
Il riconoscimento ricevuto non è un semplice onore, ma un sigillo sulla sua missione: quella di portare nel mondo la bellezza e la cultura sarda, traducendole in melodie universali.
La sua musica, infatti, funge da ponte tra l’isola e il resto del pianeta, un veicolo di racconto capace di evocare immagini, sensazioni e tradizioni che altrimenti rimarrebbero confinate in un angolo d’Italia.
Mahmood, attraverso le sue canzoni, offre una finestra aperta sulla Sardegna, svelando la sua anima autentica, la sua forza silenziosa e la sua innegabile capacità di ispirare.
Il legame con Orosei si configura, quindi, come un’eredità da custodire e un impegno a celebrare le proprie origini, testimoniando l’importanza di valorizzare le radici come fonte inesauribile di creatività e identità.
L’accoglienza ad Orosei rappresenta una conferma: la musica di Mahmood è un canto d’amore per la sua terra.