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Mont’e Prama: Tra Archeologia, Parole e Memorie Sarde

Il Festival Letterario dell’Archeologia Mont’e Prama: Un Viaggio tra Memoria, Identità e ContemporaneitàSi è conclusa a Peschiera Mar’e Pontis l’edizione 2025 del Festival Letterario dell’Archeologia, un evento promosso dalla Fondazione Mont’e Prama che si conferma come un pilastro culturale per la Sardegna e un punto di riferimento a livello nazionale.

L’edizione, profondamente segnata da eventi concomitanti, ha saputo intessere un percorso narrativo complesso e suggestivo, offrendo al pubblico un’esperienza immersiva tra passato, presente e futuro dell’isola.

La giornata conclusiva si è aperta con un sentito omaggio a Helmar Schenk, figura imprescindibile nella storia della tutela ambientale sarda.

Naturalista e ambientalista tedesco, Schenk ha dedicato la sua vita alla salvaguardia del patrimonio naturale dell’isola, lasciando un’eredità inestimabile.
Il ricordo di Schenk ha evocato non solo la sua opera scientifica, ma anche la sua profonda sensibilità e il suo impegno civile, sottolineando l’importanza di un approccio integrato tra cultura, ecologia e sviluppo sostenibile.

Il presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni, ha poi espresso il suo cordoglio per la scomparsa di Goffredo Fofi, intellettuale di rara intelligenza e profondità, figura chiave per la letteratura sarda che ha saputo dare visibilità a voci come quelle di Giulio Angioni e Sergio Atzeni, proiettandole su palcoscenici internazionali.

Fofi, con la sua capacità di analisi acuta e il suo sguardo critico, ha contribuito a plasmare il panorama culturale italiano, lasciando un vuoto incolmabile.

Il direttore artistico del Festival, Giovanni Follesa, ha sottolineato il successo dell’evento, evidenziando la sua capacità di creare un ponte tra saperi antichi e sensibilità contemporanee.
Un percorso che valorizza il territorio attraverso la parola, la memoria e l’incontro tra discipline, offrendo un’immagine complessa e sfaccettata della Sardegna.

La parte letteraria della serata ha visto protagonisti tre autori di spicco.
Piergiorgio Pulixi ha presentato “La donna nel pozzo”, un romanzo potente e disturbante ispirato a una vicenda reale che intreccia thriller, noir e riflessioni sulla colpa e sull’identità.
Francesca Spanu, dialogando con l’autore, ha approfondito i temi oscuri che emergono dalla narrazione, focalizzandosi sulla figura enigmatica di Cristina Mandas, una donna che cela un passato traumatico.
Angelo Mellone, con “Nelle migliori famiglie”, ha poi offerto un quadro intimo e drammatico di una famiglia alle prese con il lutto e le proprie fragilità, trasportando il pubblico tra le atmosfere evocative di Cortina e le contraddizioni della Roma contemporanea.

Virginia Saba, in dialogo con l’autore, ha guidato l’ascolto attraverso le pieghe di un racconto capace di scavare nell’animo umano.

Il gran finale è stato affidato a Francesco Piccolo, con un reading tratto dal suo ultimo saggio, “Son qui: m’ammazzi”.

Un’opera che ha acceso un dibattito acceso sulla rappresentazione della mascolinità nella letteratura italiana, offrendo un’analisi ironica e spietata dei modelli di virilità forgiati dai classici.

L’autore, riflettendo sul personaggio di Zeno Cosini, ha offerto una profonda disamina della psiche umana, dell’inettitudine e del rapporto conflittuale con l’amore.

La serata si è conclusa con un concerto evocativo delle launeddas del Sinis, un richiamo ancestrale alle radici culturali sarde, un omaggio alla tradizione che si rinnova attraverso la sperimentazione.

Un’esperienza sensoriale unica che ha lasciato il pubblico incantato, proiettato in un viaggio emozionale tra suoni e suggestioni.

Per un finale di festa, Tiromancino si è esibito in concerto al Teatro di Tharros.

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