venerdì 19 Settembre 2025
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Cagliari

Orgosolo Film Festival: Resilienza, Memoria e Denuncia Sociale

La prima edizione dell’Orgosolo Film Festival si è conclusa celebrando un panorama cinematografico internazionale profondamente radicato in tematiche di resilienza, memoria e denuncia sociale.

Un poker di opere prime e seconde, provenienti da diverse aree geografiche, ha conquistato la giuria, riflettendo la volontà del festival di dare voce a narrazioni spesso marginalizzate dal circuito commerciale.
Il prestigioso Premio Pratobello, dedicato al miglior lungometraggio, è stato assegnato a “Abele” di Fabian Volti.
Il film, realizzato in Italia nel 2025, si distingue per la sua ambizione formale e la potenza evocativa.

Volti costruisce un affresco di un mondo antico, intriso di tradizioni e valori, che si dibatte tra la difesa della propria identità e la violenza esercitata da forze esterne.
La giustapposizione tra l’occupazione israeliana in Palestina e le problematiche legate al servizio militare in Sardegna non è casuale, ma mira a sottolineare come la vulnerabilità di una cultura sia costantemente minacciata dall’oppressione politica e sociale.
Il film emerge come un inno alla resistenza culturale, una riflessione sul valore della memoria di fronte alla tentazione dell’oblio.
Il Premio per il miglior cortometraggio è andato a “Spine” di Kristina Panova, un’opera russa del 2024 che colpisce per la sua cruda e commovente efficacia.

Panova affronta il tema della sopravvivenza in un contesto di profondo orrore, svelandoci le dinamiche disumanizzanti che si innescano quando le istituzioni abbandonano ogni forma di etica e compassione.

Il cortometraggio rappresenta un atto di denuncia contro l’abuso di potere e una testimonianza della fragilità dell’animo umano di fronte alla sofferenza.
Il premio Tziulai, dedicato al giornalismo di denuncia, è stato attribuito ex aequo a “Marino” di Domenico Mattia Melis e “Profondo Nero” di Roberto Pili, entrambi prodotti in Italia nel 2025 e 2024 rispettivamente.
Entrambi i lavori, pur con linguaggi e approcci diversi, si distinguono per la loro capacità di portare alla luce storie di ingiustizia e marginalizzazione, stimolando la riflessione e invitando all’azione.

Oltre ai riconoscimenti principali, la giuria ha voluto segnalare, attraverso menzioni speciali, altre opere meritevoli.
“Arbores” di Francesco Bussalai (2021) e “Chemical bros” di Massimiliano Mazzotta (2022), entrambi lungometraggi italiani, sono stati premiati per la loro originalità e la loro capacità di affrontare temi complessi con sensibilità e coraggio.
“Le case che eravamo” di Arianna Lodeserto (2018) e “Zoo” di Tariq Rimawi (2023), due cortometraggi rispettivamente italiani e giordani, sono stati riconosciuti per la loro forza narrativa e la loro capacità di evocare emozioni profonde.

L’Orgosolo Film Festival, ideato e diretto dal regista Paolo Carboni e sostenuto dall’Associazione Culturale Rts Radio televisione sarda, si conferma come un importante spazio di incontro e di dialogo tra culture diverse, un laboratorio di idee e un trampolino di lancio per voci emergenti, con un’attenzione particolare alle storie che raccontano la resilienza umana e la ricerca di giustizia in un mondo in continuo cambiamento.

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