La scomparsa di Ornella Vanoni ha lasciato un vuoto palpabile, un’assenza che risuona non solo nel panorama musicale italiano, ma nel tessuto culturale di Milano, città che l’ha accolta e nutrita.
Il suo addio, celebrato tra un commosso tributo e un lutto cittadino proclamato dal sindaco Sala, ha rivelato la profondità del legame che la legava alla comunità milanese e la sua inestimabile eredità artistica.
L’omelia, officiata da Don Luigi Garbini, si è configurata come un viaggio intimo nella vita e nell’opera della cantante, illuminato da citazioni tratte dalle sue stesse canzoni.
Parole che, come fiammelle perpetue in una chiesa, continuano a vibrare anche al di là della sua presenza fisica.
La confessione di fede incerta, espressa con la stessa onestà disarmante che ha sempre contraddistinto la sua figura, ha risuonato particolarmente toccante: un’ammissione di fragilità che, paradossalmente, ha reso la sua sincerità ancora più intensa e capace di trapassare le barriere dell’apparenza.
Il momento musicale, affidato alla tromba di Paolo Fresu che ha interpretato “L’appuntamento”, ha elevato l’atmosfera a un livello di commozione rarefatta.
Non solo un omaggio musicale, ma un’esperienza emotiva condivisa, capace di comunicare un dolore profondo e, al contempo, una celebrazione della sua straordinaria carriera.
La camera ardente allestita al Piccolo Teatro Grassi ha visto riversarsi una folla di novemila persone, testimonianza tangibile dell’affetto e del rispetto che Ornella Vanoni suscitava nell’animo popolare.
Un numero impressionante che sottolinea il suo ruolo di icona culturale, un’artista che ha saputo parlare al cuore di generazioni, toccando temi universali con una sensibilità unica.
L’assessore comunale alla Cultura, Tommaso Sacchi, ha sottolineato come Ornella Vanoni fosse intrinsecamente legata a Milano, una figura imprescindibile per l’identità culturale della città.
La sua scomparsa rappresenta una perdita incommensurabile, la perdita di un’anima vibrante, una protagonista indissolubilmente legata al cuore di Milano.
Sacchi ha promesso che il nome di Ornella Vanoni rimarrà per sempre impresso nella memoria di Milano, non solo attraverso la celebrazione della sua opera, ma anche attraverso l’eredità di valori e di passione che ha lasciato in eredità alla città.
Il tributo che le è stato dedicato non è solo un commiato, ma una promessa di perpetuare il ricordo di una donna che ha saputo trasformare la vita in un’arte, le ferite in poesia, il dolore in canto.
Un’eredità che trascenderà il tempo, continuando a ispirare e a commuovere le generazioni future.
La sua voce, il suo sguardo, la sua anima, continueranno a risuonare nelle strade e nei teatri di Milano, un’eco indelebile di una vita dedicata alla bellezza e alla verità.








