Sardegna, motore culturale del Sud: investimenti e sfide.

La Sardegna si posiziona come un fulcro di investimenti pubblici nella cultura italiana, con un impegno pro capite di 83,56 euro destinati alla tutela e valorizzazione del suo ricco patrimonio, un dato che la colloca al quarto posto a livello nazionale.
Nonostante questo investimento significativo, il rapporto tra le famiglie sarde e l’offerta culturale rivela una dinamica interessante: una spesa media mensile di 78 euro per attività ricreative, sportive e culturali, inferiore alla media nazionale che si attesta sui 104 euro.
Questo dato, apparentemente negativo, si inserisce in un contesto più ampio che vede la Sardegna come motore culturale per il Mezzogiorno, evidenziando un potenziale di sviluppo ancora inespresso.
Il rapporto annuale Federculture – Impresa Cultura, recentemente presentato a Cagliari, offre un quadro dettagliato di questa situazione, svelandone le sfumature e le aree di intervento prioritario.
L’analisi rivela un investimento comunale di 79,22 euro pro capite, un dato che conferma nuovamente la posizione di rilievo della Sardegna a livello nazionale.
L’assessora regionale alla Cultura, Ilaria Portas, sottolinea l’importanza di questa analisi come strumento per orientare decisioni strategiche mirate.
Un elemento chiave emerso è la necessità di incentivare un maggiore coinvolgimento del settore privato.
Lo strumento Art Bonus, pur generando quasi 5 milioni di euro, colloca la Sardegna in una posizione deficitaria rispetto ad altre regioni, indicando un margine di crescita nel mecenatismo culturale.

In controtendenza rispetto a questo dato, la vivacità del settore musicale è evidente: oltre un quarto della popolazione sarda (25,5%) ha partecipato a concerti dal vivo nel 2024, un dato che proietta la regione tra le prime dieci a livello nazionale.

Analogamente, la fruizione del patrimonio archeologico risulta superiore alla media italiana, con un 32,5% dei residenti che lo ha frequentato.

Tuttavia, persistono aree di criticità.

La partecipazione agli spettacoli teatrali rimane limitata (13,2% degli spettatori), così come la frequentazione delle sale cinematografiche (35,6%).
Questi dati suggeriscono la necessità di implementare strategie innovative per stimolare l’interesse del pubblico verso queste discipline artistiche.

Un aspetto particolarmente positivo è l’elevata propensione alla lettura, con il 42,4% dei sardi sopra i sei anni che hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno, superando la media nazionale (40,4%).
Questo dato testimonia una solida base culturale e un interesse diffuso per la conoscenza.
Francesco Spano, direttore di Federculture, mette in luce esempi virtuosi come le Fondazioni Barumini, Mont’e Prama e Alghero, e il Comune di Carbonia, che si distinguono per la loro capacità di sviluppare l’offerta culturale e promuovere la crescita del territorio.
L’impegno di Federculture, a livello nazionale e in Sardegna, si concentra sul sostegno a queste realtà, promuovendo processi di crescita, efficienza e valorizzazione del patrimonio culturale, con l’obiettivo di incrementare la partecipazione dei cittadini alla vita culturale.

In sintesi, la Sardegna si conferma un laboratorio di cultura in evoluzione, con sfide e opportunità che richiedono un approccio strategico e collaborativo per liberare appieno il suo potenziale.

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