Le recenti indagini archeologiche condotte nel cuore di Sassari, in particolare nel cortile adiacente alla sede centrale dell’Università, hanno restituito un affascinante spaccato del tessuto economico e culturale che ha plasmato la città nel corso dei secoli.
L’area, precedentemente occupata da strutture in disuso, si è rivelata un serbatoio inestimabile di informazioni, portando alla luce i resti di una complessa rete di fortificazioni medievali, testimonianza delle dinamiche politiche e militari che hanno caratterizzato la Sassari di quel periodo.
Ma la scoperta più significativa risiede nella straordinaria quantità di manufatti frammentari, migliaia di reperti che offrono uno sguardo inedito sulle attività artigianali e i commerci che pulsavano nel tessuto urbano.
Questi non sono solo frammenti di ceramica o vetro, ma veri e propri indizi sparsi che narrano di scambi commerciali intensi e di una città integrata in reti mercantili molto più ampie.
L’analisi preliminare dei materiali recuperati rivela una marcata prevalenza di prodotti provenienti dalla Spagna, che attestano un legame commerciale profondo e consolidato.
Tuttavia, non mancano frammenti provenienti anche dalla Penisola italiana, segno di un’interazione commerciale più diversificata.
La natura stessa dei manufatti recuperati – che includono ceramiche da cucina, contenitori per il trasporto di merci, frammenti di vetro e persino resti di elementi decorativi – suggerisce una società vivace e dinamica, con una domanda di beni che andava al di là del fabbisogno locale.
La presenza di ceramiche pregiate, ad esempio, indica la vivibilità di una classe mercantile benestante.
Queste indagini non si limitano a documentare la provenienza dei beni, ma mirano a ricostruire le rotte commerciali, identificare le botteghe artigiane che li distribuivano e comprendere come questi prodotti si integravano nell’economia locale.
La tipologia dei materiali, la loro datazione e la loro distribuzione spaziale all’interno del sito permettono di ipotizzare l’esistenza di un vero e proprio polo commerciale, forse legato alle attività portuali e alla movimentazione delle merci.
Il cortile ex Estanco si configura dunque come una finestra aperta sul passato, un laboratorio a cielo aperto dove gli archeologi stanno ricostruendo la storia di Sassari attraverso i frammenti di una civiltà che ha saputo coniugare tradizione locale e apertura al mondo, lasciando un’eredità preziosa da custodire e valorizzare.
Le future analisi dei reperti, integrate con documentazione storica e fonti archivistiche, promettono di svelare ulteriori dettagli su questo affascinante capitolo della storia sassarese.