Il Patrimonio Culturale come Dialogo tra Passato, Presente e Futuro: Riflessioni dal Sinis tra Archeologia, Musica e CinemaUn’estate culturale vibrante, promossa dalla Fondazione Mont’e Prama, ha visto incrociarsi l’eccellenza archeologica, la sensibilità artistica e l’impegno verso la sostenibilità ambientale nel cuore del Sinis. Un evento che non si è limitato a celebrare un anniversario, ma ha offerto una riflessione profonda sul ruolo del patrimonio culturale nella costruzione del futuro.Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, ha delineato una visione innovativa, esortando a superare la concezione tradizionale di racconto del passato per abbracciare un approccio proattivo. “Lavorare sul patrimonio non è mera conservazione, ma una forma di progettazione. Celebrare i due secoli del Museo Egizio significa reinvestire nella ricerca, ripensare il rapporto tra gli oggetti e il loro contesto originario, scandagliando gli archivi per decifrare nuove narrazioni.” La ricerca, ha sottolineato, rimane la bussola imprescindibile per affrontare le sfide complesse che il futuro pone al mondo dell’archeologia e della cultura.Il dialogo, moderato dal presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni, ha portato alla luce l’ammirazione di Greco per il lavoro svolto nel Sinis, un territorio che definisce “uno dei luoghi del cuore, per la sua capacità di preservare un paesaggio unico”. Un paesaggio che si rivela un “palinsesto”, un dialogo armonioso tra l’azione umana e la forza della natura, dove ogni intervento si integra nel contesto ambientale. L’auspicio è che il Parco Archeologico della Penisola del Sinis possa evolvere in un “laboratorio permanente di conoscenza”, un centro di formazione per le nuove generazioni, capace di decodificare la storia del territorio attraverso le testimonianze dei suoi insediamenti, comprendendo la profonda connessione tra paesaggio e archeologia. La restituzione dei reperti di Tharros dal British Museum è stata definita un traguardo eccezionale, un segnale tangibile dell’importanza della collaborazione internazionale e della risarcita storica.L’atmosfera suggestiva è stata poi arricchita dallo spettacolo musicale “Rundinedda Road” di Piero Marras, un viaggio sonoro che ha saputo cogliere l’essenza del luogo. L’allestimento eco-compatibile, realizzato con materiali naturali e riutilizzabili, ha sottolineato l’impegno verso una fruizione sostenibile del patrimonio culturale, in sintonia con l’ambiente circostante.A coronare la serata, si è aperta la nuova edizione del Sardegna Archeofilm Festival, una rassegna cinematografica dedicata all’archeologia e alle sue storie raccontate attraverso immagini. Per quattro giorni, il sito archeologico si è trasformato in un’arena a cielo aperto, un punto di incontro tra cineasti, studiosi e un pubblico appassionato, desideroso di esplorare il patrimonio culturale attraverso un linguaggio visivo innovativo. La proiezione del documentario “Il volto di Alessandro. Il restauro del Mosaico di Alessandro e Dario”, di Vanni Gandolfo, ha inaugurato il festival, offrendo una finestra sulla complessa arte del restauro e sulla straordinaria bellezza di un’opera d’arte millenaria. L’evento si conferma un’occasione unica per riflettere sulla potenza del cinema come strumento di divulgazione e di interpretazione del patrimonio archeologico.
Sinis: Archeologia, Musica e Cinema per un Futuro Culturale
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