A breve, un capitolo significativo nella storia della conservazione e restituzione del patrimonio culturale sardo si concluderà con un ritorno alle radici.
A fine novembre, un nucleo di 132 reperti provenienti dalla necropoli di Tharros, dispersi e conservati per decenni al Brighton and Hove Museum, rientrerà in Sardegna, destinazione finale Cabras.
Questa restituzione, resa possibile da un accordo formale tra l’istituzione britannica e la Fondazione Mont’e Prama, segna un punto di svolta, fortemente sostenuto dal Ministero della Cultura italiano e dal suo Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale.
L’importanza di questo evento trascende la mera restituzione di oggetti materiali.
Essa incarna un riconoscimento del profondo legame tra un popolo e la sua identità, un’identità plasmata da millenni di storia e cultura.
Tharros, antica città fenicia, punica, cartaginese e romana, rappresenta un crocevia di civiltà nel cuore del Mediterraneo.
I reperti che ora ritornano, frammenti di un passato complesso e affascinante, testimoniano l’evoluzione sociale, religiosa e artistica di una comunità che ha lasciato un’impronta indelebile sul territorio.
La collezione James White, deputato britannico attivo tra il 1861 e il 1874, costituisce un tassello cruciale in questa vicenda.
L’acquisizione di questi reperti nel XIX secolo, periodo caratterizzato da un crescente interesse per l’archeologia e le “culture primitive”, riflette dinamiche coloniali e di collezionismo che hanno spesso portato alla dispersione di tesori culturali al di fuori dei loro luoghi d’origine.
Il ritorno di questi manufatti offre l’opportunità di rielaborare criticamente queste dinamiche storiche, promuovendo una riflessione sulle responsabilità e le opportunità legate alla gestione del patrimonio culturale globale.
La Fondazione Mont’e Prama, impegnata nella valorizzazione e ricerca archeologica del sito nuragico, assume un ruolo centrale in questa restituzione, garantendo la corretta conservazione, studio e fruizione dei reperti.
L’accordo non si limita alla semplice restituzione, ma prevede anche la collaborazione tra istituzioni italiane e britanniche per la ricerca congiunta, la digitalizzazione dei materiali e lo sviluppo di progetti educativi.
Si auspica che questo evento possa fungere da catalizzatore per ulteriori iniziative di collaborazione internazionale, contribuendo a rafforzare il dialogo e la comprensione reciproca tra culture diverse.
Il ritorno a Cabras rappresenta quindi un momento di riscatto culturale per la Sardegna, un’occasione per riscoprire e celebrare la ricchezza e la complessità del suo patrimonio storico e artistico.