Cgil in Piazza: Sciopero e Protesta Contro la Legge di Bilancio

Un’onda rossa di bandiere Cgil ha invaso Piazza del Carmine, un mare di voci unite in un grido di dissenso contro la recente legge di bilancio.

Lo sciopero generale, indetto dalla Cgil, ha riscosso un’adesione massiccia a Cagliari, un segnale chiaro di una profonda inquietudine che serpeggia tra i lavoratori e le loro famiglie.

Ben oltre la semplice astensione dal lavoro, la manifestazione si è configurata come un atto di resistenza civile, un tentativo di innescare un dibattito pubblico urgente e imprescindibile.

La partecipazione delle scuole, con un numero significativo di studenti assenti dalle lezioni, sottolinea la crescente consapevolezza delle nuove generazioni, sempre più sensibili alle questioni economiche e sociali del Paese.
La mobilitazione non è stata solo un evento locale; si è trattato di una risposta coordinata, con 52 piazze italiane coinvolte, come ha evidenziato Daniela Barbaresi, segretaria nazionale della Cgil.
Il fulcro della contestazione risiede nella critica a una legge di bilancio percepita come un compromesso inaccettabile: un pericoloso connubio tra investimenti militari e misure di austerità che penalizzano direttamente i cittadini.
La richiesta è chiara: reindirizzare le risorse pubbliche, attualmente destinate al potenziamento del comparto della difesa, verso il rafforzamento dei servizi essenziali e la tutela dei diritti fondamentali.
In particolare, si rivendica un Servizio Sanitario Nazionale efficiente e universalmente accessibile, capace di garantire la salute dei cittadini e di contrastare le disuguaglianze nell’accesso alle cure.
Fausto Durante, segretario generale regionale della Cgil, ha denunciato l’assenza di un reale confronto con le parti sociali nella definizione della manovra finanziaria, definendola un’ulteriore conferma di un modello governativo distante dalle esigenze reali del Paese.

La legge di bilancio, a suo avviso, aggrava la questione salariale, perpetua il problema dei redditi bassi e trascura le criticità strutturali del sistema produttivo sardo.

La denuncia di Durante va oltre la mera critica economica: sottolinea una progressiva erosione del ruolo dello Stato come garante dei servizi pubblici, compensata da un’accelerazione delle spese militari.
Questa scelta, secondo la Cgil, rappresenta una priorità sbagliata, che sacrifica il benessere dei cittadini sull’altare di una politica di riarmo percepita come anacronistica e dannosa.
La manifestazione, dunque, non è solo una protesta, ma un appello a un cambio di rotta, un invito a costruire un futuro più giusto e sostenibile per tutti.

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