L’imminente entrata in vigore dei dazi americani sulle produzioni agroalimentari italiane rappresenta una sfida significativa per il Made in Italy, con un impatto stimato attorno al 15%.
Questa contingenza non si limita a penalizzare i prodotti di largo consumo, ma rischia di compromettere anche la competitività di settori di eccellenza, in particolare quelli legati al Pecorino Romano e alla vitivinicoltura sarda.
Il comparto agroalimentare isolano, intrinsecamente legato all’esportazione verso il mercato statunitense, vede incrociarsi un giro d’affari di circa 200 milioni di euro in bilico, un dato che riflette la sua vulnerabilità a fluttuazioni geopolitiche ed economiche.
Nonostante la gravità della situazione, Stefano Taras, presidente di Confagricoltura Sardegna, sottolinea la resilienza e la solidità di questi settori, che hanno saputo costruire una solida base di mercato nel Nord America negli ultimi anni.
La capacità di adattamento dimostrata in passato suggerisce un potenziale di risposta anche all’attuale crisi, pur evidenziando la necessità di un supporto strategico.
La forza di questi prodotti non risiede solo nella loro qualità intrinseca, ma anche nella loro capacità di costruire una narrazione distintiva e un legame emotivo con i consumatori americani, elementi cruciali per affrontare le avversità commerciali.
La complessità del quadro richiede un approccio proattivo e collaborativo.
La gestione della percezione pubblica e la prevenzione di reazioni impulsive, alimentate da speculazioni, si rivelano imperativi per mitigare l’impatto negativo.
La fiducia dei consumatori, infatti, è un asset fragile, facilmente erodibile da incertezze e narrazioni negative.
Allo stesso tempo, è fondamentale mantenere aperto un canale di dialogo e rinegoziazione, sfruttando ogni possibile spiraglio per ottenere revisioni delle misure protezionistiche.
Il ruolo del governo italiano, in sinergia con le istituzioni europee, si rivela cruciale.
L’impegno a tutelare gli interessi economici nazionali, attraverso una forte presenza e pressione in sede UE, rappresenta la condizione necessaria per garantire la salvaguardia di un patrimonio agroalimentare di inestimabile valore.
Si tratta di un’urgenza che trascende la mera difesa commerciale, abbracciando la tutela di un modello di sviluppo basato sulla qualità, la tradizione e l’innovazione, pilastri fondamentali dell’identità italiana nel mondo.
L’obiettivo non è solo attenuare l’impatto immediato dei dazi, ma anche costruire una strategia di lungo periodo, diversificando i mercati e rafforzando la resilienza del sistema agroalimentare italiano.