La Professione a Rischio: Farmacisti Sardi Iniziano una Mobilitazione Nazionale per il Riconoscimento del Valore ProfessionaleUn’ondata di malcontento si leva dalla Sardegna, segnando l’inizio di una significativa protesta nazionale che coinvolge migliaia di dipendenti delle farmacie, i cosiddetti “camici bianchi”. Circa duemila operatori sanitari, impiegati in circa 600 esercizi commerciali sparsi sull’isola, hanno dato il via a una mobilitazione sindacale senza precedenti, sollecitando Federfarma a superare il culmine della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro, scaduto il 31 dicembre del precedente anno.La manifestazione iniziale, che ha visto la partecipazione di circa trecento farmacisti, si è concretizzata in un presidio pacifico di fronte alla prefettura di Cagliari. L’azione, orchestrata congiuntamente da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, esprime un profondo disagio nei confronti delle posizioni ritenute irragionevoli assunte da Federfarma, che ha portato al definitivo blocco dei negoziati.Il nocciolo della questione risiede nella rivendicazione di un riconoscimento tangibile del valore professionale e del contributo essenziale che i farmacisti e le farmaciste apportano al sistema sanitario. Un riconoscimento che vada oltre la semplice retribuzione, tenendo conto dell’aumento del carico di lavoro e delle mansioni aggiuntive, spesso assunte senza adeguato compenso economico. Secondo Nella Milazzo, segretaria regionale della Filcams Cgil, la protesta non si esaurisce in questa prima azione, ma si prefigge di proseguire con iniziative simili anche a Sassari, preludio a un’escalation di azioni di lotta.Giuseppe Atzori, della Fisascat Cisl, denuncia un atteggiamento di Federfarma che nega dignità e valore alla professionalità dei farmacisti, paragonando erroneamente la loro posizione a quella dei commessi di supermercato, a causa delle proposte economiche considerate “irrisorie”. La frustrazione è palpabile: anni di studio, esperienze formative specialistiche e un ruolo cruciale nel territorio non trovano adeguato riscontro in termini retributivi.Cristiano Ardau, segretario regionale Uiltucs, attacca fermamente la proposta di aumento retributivo di soli 120 euro, equivalente a una miseria di 69 centesimi all’ora. Questa cifra, secondo Ardau, sminuisce il ruolo del farmacista, portandolo a guadagnare meno di un salumiere. Il contributo dei farmacisti nelle farmacie dei servizi – che si occupano di vaccinazioni, elettrocardiogrammi e forniscono assistenza medica – è fondamentale, ma i profitti generati non si traducono in un miglioramento delle condizioni di lavoro per il personale dipendente.La protesta si configura come un monito: la professione farmaceutica, tradizionalmente percepita come un pilastro del sistema di cura, è a rischio di svalutazione. La mobilitazione, che vede il coinvolgimento attivo dei sindacati, rappresenta un’affermazione di diritti, un grido di dignità professionale e un chiaro segnale che l’equilibrio tra profitto e giustizia sociale nel settore farmaceutico necessita di un urgente ripensamento. L’eventuale proclamazione di uno sciopero nazionale rappresenta l’ultima, drammatica, carta a disposizione per rivendicare il giusto riconoscimento per migliaia di professionisti sanitari.
Farmacisti Sardi in Mobilitazione: Riconoscimento a Rischio
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