L’urgente necessità di un cambiamento strutturale nel mondo del lavoro italiano ha fatto convergere a Olbia, in occasione della campagna referendaria dell’8 e 9 giugno, la voce autorevole di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. La sua presenza, seguita da un incontro con la cittadinanza e il sindaco Settimo Nizzi, ha mirato a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza cruciale di un voto che possa segnare una svolta.Il nocciolo del messaggio di Landini ruota attorno a una profonda riflessione sull’evoluzione del mercato del lavoro negli ultimi venticinque anni. L’abbandono ideologico di un approccio liberista, sperando in una soluzione automatica attraverso le forze di mercato, ha prodotto risultati tangibili e negativi: un aumento della precarietà, un’erosione dei salari e, tragicamente, un incremento dei decessi sul lavoro, esiti inaccettabili che minano il diritto fondamentale alla dignità umana e alla cittadinanza attiva.La precarietà non è solo una condizione economica; è una trappola che priva l’individuo di libertà e di prospettive, impedendo la costruzione di un futuro stabile e sereno. La possibilità di essere licenziati ingiustamente, l’utilizzo sistematico del subappalto per ridurre i costi e comprimere i diritti dei lavoratori, sono tutte manifestazioni di un sistema che ha smarrito il suo senso di equità e giustizia sociale.Landini ha sottolineato come questo problema non sia stato risolto né da governi di destra né di sinistra, evidenziando una responsabilità condivisa nel perpetuare un modello che ha fallito. Il referendum, dunque, si configura come uno strumento di pressione democratica, un monito rivolto all’intero apparato legislativo affinché prenda atto delle esigenze reali dei lavoratori e proceda a una revisione urgente delle normative esistenti.L’appello a partecipare al voto, esteso sia a chi intende esprimere un voto favorevole che contrario, riflette la convinzione che ogni voce sia importante per dare una direzione al futuro del paese. Tuttavia, Landini ha espresso forte disappunto nei confronti di chi, a partire dalle stesse forze politiche al governo, tenta di delegittimare la partecipazione democratica, alimentando un senso di rassegnazione e disillusione. Questa retorica, lungi dall’essere innocua, rappresenta un tentativo di soffocare le istanze di cambiamento, di perpetuare un sistema che produce disuguaglianze e sofferenze.L’invito finale è chiaro: non cedere alla tentazione dell’astensionismo, non arrendersi di fronte alle difficoltà, ma esercitare il proprio diritto di voto come atto di responsabilità civica, come strumento per rivendicare una società più giusta, più equa e più rispettosa della dignità umana. Solo attraverso la partecipazione attiva e consapevole dei cittadini sarà possibile costruire un futuro in cui il lavoro non sia fonte di precarietà e sofferenza, ma motore di crescita e di progresso per l’intera collettività.
Landini a Olbia: Rinnovare il lavoro, un voto per il futuro
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