domenica, 20 Luglio 2025
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Nuorese: Resilienza e Sfide per un’Economia Microimprenditoriale

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L’economia del Nuorese, caratterizzata da una peculiare struttura microimprenditoriale, rivela un quadro complesso di resilienza e nuove sfide. Un’analisi approfondita del tessuto produttivo, condotta sotto la guida della consigliera camerale Maria Luisa Ariu, evidenzia come la stragrande maggioranza delle imprese – oltre l’83% – operi su scala ridotta, con un fatturato annuo che non supera i 2 milioni di euro. Questa prevalenza di microimprese si manifesta prevalentemente sotto forma di imprese individuali, che rappresentano più del 71% del totale, sebbene si osservi un’evoluzione promettente verso forme societarie di capitali, indicando un percorso di strutturazione e professionalizzazione.Il settore primario, l’agricoltura, rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia locale, assorbendo quasi il 37% delle risorse produttive. Questa forte radicazione nel territorio è affiancata da un’importante presenza del commercio (19%) e delle costruzioni (quasi il 13%), settori che, pur con dinamiche diverse, contribuiscono alla vitalità economica. Il turismo, con una quota quasi pari al 10%, si conferma un motore di sviluppo, valorizzando il patrimonio naturale e culturale del Nuorese.Nonostante la predominanza di realtà di piccole dimensioni, il quadro complessivo appare incoraggiante. L’analisi delle imprese costantemente operative negli ultimi tre anni (2021-2023) svela una crescita tangibile del fatturato aggregato, passato da 1,8 a 2,3 miliardi di euro, con un conseguente incremento del valore aggiunto e degli utili. Questa crescita, sebbene distribuita su una vasta base di microimprese, riflette una ritrovata capacità di generare ricchezza e competitività.Un elemento particolarmente rilevante è l’andamento positivo dell’occupazione, cresciuta dell’1,7% nel 2024 rispetto all’anno precedente, superando la media nazionale. Questa dinamica positiva è trainata dai Servizi alle imprese (+9,7% di addetti), i Trasporti (+6,2%) e il settore turistico (+3,2%). Un contributo significativo alla crescita dell’occupazione proviene dalle imprese di medie dimensioni (50-249 addetti), che registrano un aumento del personale del +12,3%. Tale dato suggerisce una tendenza verso la creazione di posti di lavoro più stabili e qualificati, con un impatto positivo sul reddito disponibile delle famiglie.Tuttavia, l’osservatorio economico non tralascia di segnalare segnali di rallentamento. I dati relativi al primo trimestre del 2025 indicano un calo delle nuove imprese aperte (-7,2%), una tendenza più marcata rispetto alla media nazionale. Questa flessione colpisce in particolare l’agricoltura e il commercio, settori cruciali per l’identità e la vitalità del territorio. Pur registrando un boom di nuove aperture, il settore delle costruzioni è afflitto da un aumento delle chiusure e delle difficoltà, evidenziando una potenziale instabilità.L’analisi dell’export, condotta con i dati del 2024 elaborati da Unioncamere e dal Centro Studi Tagliacarne, rivela un incremento significativo delle esportazioni (+58,7%) e delle importazioni (+90,8%), segno di una crescente apertura verso i mercati internazionali. Sebbene il Nuorese si posizioni al 91° posto per propensione all’export, il grado di copertura commerciale (157%) indica una bilancia positiva e un potenziale di crescita ancora inesplorato. Gli Stati Uniti si confermano partner commerciali primari, pur registrando una lieve flessione nella quota di esportazioni. La capacità di diversificare i mercati di sbocco e di incrementare la competitività dei prodotti locali rappresenta una sfida cruciale per il futuro economico del Nuorese.In sintesi, l’economia del Nuorese si presenta come un sistema complesso, caratterizzato da una forte identità microimprenditoriale, una solida base agricola e un crescente interesse verso i mercati internazionali. Nonostante le recenti difficoltà, la crescita dell’occupazione e l’apertura commerciale suggeriscono un potenziale di sviluppo ancora inespresso, a patto di affrontare le sfide poste dalla diminuzione delle nuove imprese e dalla necessità di diversificare le attività produttive.

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