La produzione di Pecorino Romano DOP si trova ad affrontare una sfida cruciale, esacerbata dall’incremento dei dazi americani dal 10% al 15% e dalla volatilità del tasso di cambio euro-dollaro.
L’attuale dipendenza dall’esportazione verso gli Stati Uniti, che assorbe il 40% del prodotto complessivo, pone il settore in una posizione di vulnerabilità economica.
La gravità della situazione ha innescato un’intensa attività diplomatica, con il Consorzio di tutela impegnato in un dialogo costante con il Ministero dell’Agricoltura, sotto l’egida del programma “Origin”, per mitigare l’impatto delle nuove tariffe.
L’approccio collaborativo tra il Consorzio, guidato dal presidente Gianni Maoddi, e il Ministro Francesco Lollobrigida, segna un’evoluzione rispetto al passato, caratterizzato da una comunicazione più fluida e da un coinvolgimento attivo dello staff ministeriale sia per le trattative con Bruxelles che con Washington.
Questa sinergia testimonia la consapevolezza della situazione di emergenza e l’impegno a trovare soluzioni condivise.
Il Ministro ha garantito che il comparto non sarà abbandonato, un segnale di supporto fondamentale per le aziende produttrici.
Le strategie in esame comprendono una combinazione di misure compensative e di riequilibrio del mercato.
Tra queste, si valuta l’attivazione di bandi pubblici per il ritiro temporaneo di eccedenze di prodotto, mirati a stabilizzare i prezzi e a prevenire accumuli di magazzino.
Parallelamente, si ricerca un contributo finanziario da parte delle Regioni, affiancato ai fondi ministeriali, per sostenere le aziende e proteggere i livelli occupazionali.
Il mese di aprile, caratterizzato da un florido andamento delle vendite sul mercato statunitense, è stato seguito da un brusco rallentamento a maggio, con una diminuzione del 50% delle esportazioni, conseguenza dell’anticipazione degli acquirenti americani in vista delle nuove tariffe.
L’incertezza che grava sul futuro, alimentata dalla prospettiva di un calo dei prezzi, sta frenando gli acquisti anche sul mercato interno, creando un circolo vizioso che rischia di compromettere la vitalità del settore.
La situazione attuale non si esaurisce in una mera questione commerciale: essa solleva interrogativi più ampi sulla sovranità alimentare, la diversificazione dei mercati di sbocco e la necessità di rafforzare la resilienza del sistema agroalimentare italiano di fronte a shock esterni.
La ricerca di soluzioni sostenibili, che preservino la qualità del Pecorino Romano DOP e il suo valore intrinseco, rappresenta una priorità assoluta per tutti gli attori coinvolti.
L’attenzione si rivolge ora al periodo cruciale che intercorre tra l’oggi e settembre, in attesa di segnali concreti che possano delineare il futuro del settore.