La Sardegna si presenta come un laboratorio naturale per l’innovazione energetica, con il potenziale di incarnare un modello di sviluppo sostenibile all’avanguardia nel Mediterraneo. L’ambizione di raggiungere il 100% di energia rinnovabile non è un’utopia, ma un obiettivo scientificamente fondato e strategicamente vantaggioso, come emerso dal convegno “Sardegna 100% rinnovabile”, promosso da Saper-Sardi e Fimsr. Il dibattito ha coinvolto istituzioni, ricercatori, operatori del settore e associazioni, delineando una roadmap per un futuro energetico autonomo, equo e rispettoso dell’ambiente.Il bivio cruciale per l’isola è chiaro: perpetuare una dipendenza energetica da combustibili fossili, con i conseguenti rischi geopolitici, ambientali ed economici, oppure abbracciare una transizione decisa verso fonti rinnovabili locali. Quest’ultima opzione non solo garantirebbe l’indipendenza energetica, ma abbatterebbe significativamente i costi per imprese e famiglie, liberando risorse per investimenti in altri settori strategici.Un elemento chiave per accelerare questa transizione è il *repowering* dei parchi eolici esistenti. Questa pratica, spiegata da Costantino Deperu (Anev), consiste nel sostituire le turbine obsolete con modelli di nuova generazione, più efficienti e meno impattanti visivamente. Il risultato è un aumento della produzione energetica, spesso superiore al doppio, con una riduzione dell’occupazione del suolo e un miglioramento del paesaggio. Non si tratta quindi di una semplice riqualificazione, ma di un’evoluzione tecnologica che massimizza l’efficienza e minimizza le criticità ambientali.La transizione ecologica non è un optional, ma un imperativo per un territorio fragile come la Sardegna, sottolinea Giorgio Querzoli (Legambiente). L’urgenza è amplificata dai cambiamenti climatici e dalla crescente consapevolezza degli impatti negativi delle attività umane sull’ecosistema.Un punto controverso del dibattito è stato rappresentato dalla proposta di metanizzazione della centrale di Fiume Santo e dalla realizzazione di un metanodotto Oristano-Cagliari. Michele Pigliaru (Fimser) ha argomentato con forza l’inutilità e i costi elevati di questa infrastruttura, evidenziando i suoi impatti negativi sull’ambiente e sulla sicurezza energetica. La metanizzazione, lungi dall’essere una soluzione, rappresenterebbe un investimento improduttivo, che vincolerebbe risorse preziose che potrebbero essere destinate a progetti di energia rinnovabile.La visione di un futuro energetico sostenibile per la Sardegna si articola quindi in una strategia integrata che promuove l’efficienza energetica, lo sviluppo di nuove tecnologie rinnovabili (eolico, solare, idroelettrico, geotermico), la valorizzazione delle risorse locali e la partecipazione attiva delle comunità locali. Il percorso è complesso e richiede un impegno collettivo, ma le ricompense – autonomia energetica, protezione dell’ambiente, crescita economica sostenibile – sono troppo significative per rinunciare. La Sardegna ha l’opportunità di diventare un esempio virtuoso per l’intero bacino del Mediterraneo, dimostrando che un futuro energetico prospero e rispettoso dell’ambiente è non solo possibile, ma anche economicamente vantaggioso.
Sardegna 100% Rinnovabile: un Futuro Energetico Virtuoso
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