L’imposta di soggiorno in Sardegna sta vivendo una crescita esponenziale, delineando un quadro finanziario sempre più rilevante per gli enti locali.
Nel 2024, ben il 15% dei 377 comuni sardi (47 in totale) hanno applicato la tassa, generando un introito complessivo di 30.370.416 euro.
Questa cifra rappresenta un incremento notevole rispetto al 2020, quando le 32 amministrazioni coinvolte avevano incassato solo 7.382.252 euro, evidenziando un balzo in avanti del 311% in soli quattro anni.
Questo dato colloca la Sardegna al secondo posto a livello nazionale per crescita dell’imposta, superata solamente dalla Toscana.
L’ultima rilevazione annuale (2023-2024) mostra un’ulteriore impennata del 20%, con quattro nuovi comuni che hanno introdotto la tassa, e un aumento del gettito di oltre 5 milioni di euro rispetto al 2023, anno in cui i 43 comuni avevano incassato 25.216.935 euro.
L’analisi dettagliata, condotta dal Centro Studi Enti Locali, si basa su dati forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), la Banca d’Italia e l’Istat, offrendo una panoramica precisa dell’andamento dell’imposta.
Se analizziamo le performance comunali, emerge Olbia come leader indiscusso, con 3.274.399 euro incassati nel 2024, registrando un aumento del 21% rispetto all’anno precedente.
Alghero segue a ruota, con 3.001.210 euro e un incremento più marcato del 27%, indicando una maggiore capacità di attrarre flussi turistici.
Arzachena e Palau si distinguono per raccolte significative, rispettivamente con 2.761.596 e 2.202.289 euro, quest’ultima con un aumento del 90%, segno di un’inversione di tendenza o di un successo particolare nelle strategie di promozione turistica.
L’analisi del gettito rivela un’eterogeneità nell’andamento delle singole località.
Villasimius supera i due milioni di euro con 2.075.864 euro (+4%), mentre San Teodoro si attesta a 1.819.759 euro (+66%), mostrando una crescita significativa.
Cagliari, con 1.366.606 euro (+13%), e Santa Teresa Gallura (1.474.261 euro e un incremento del 33%) si posizionano appena sotto questa soglia.
Un’anomalia rispetto alla tendenza generale è rappresentata da Budoni, che presenta un calo del 12% (da 1.407.870 euro del 2023 a 1.236.670 euro del 2024), suggerendo una possibile diminuzione dei flussi turistici o cambiamenti nelle politiche locali.
La crescita dell’imposta di soggiorno, quindi, non è un fenomeno uniforme, ma riflette la diversità delle dinamiche turistiche e delle strategie di gestione del territorio all’interno della Sardegna, ponendo interrogativi sulle possibili destinazioni dei fondi raccolti e sull’impatto che hanno sulle comunità locali.
Un’analisi più approfondita dovrebbe considerare la correlazione tra l’aumento dell’imposta e la qualità dei servizi offerti, per garantire un beneficio reciproco tra visitatori e residenti.