La crisi idrica che affligge la Sardegna, con impatti particolarmente gravi sul tessuto zootecnico e agricolo dell’isola, ha spinto il Consiglio Regionale ad approvare una legge di riforma volta a rafforzare l’Ente acque della Sardegna (Enas) e a dotarlo di strumenti più efficaci per fronteggiare le emergenze.
La nuova normativa non si limita a un mero intervento tampone, ma mira a una riorganizzazione strutturale e a un potenziamento delle capacità operative dell’ente.
L’assessore regionale dei Lavori Pubblici, Antonio Piu, durante un’illustrazione a Sassari, ha evidenziato come la legge conferisca a Enas un ruolo più proattivo e flessibile, con la possibilità di agire con maggiore velocità e decisionalità in situazioni di rottura o malfunzionamento delle infrastrutture idriche.
L’ampliamento delle funzioni operative, accompagnato da un significativo aumento del personale, rappresenta un elemento chiave per ridurre i tempi di risposta e minimizzare i disagi per le comunità.
La gravità della situazione è stata resa evidente da un episodio concreto: la necessità di inviare un unico operaio disponibile da Cagliari al Sassarese, con un impiego di due ore e mezza per coprire una distanza critica.
Un’inefficienza che, secondo l’assessore, non può più essere tollerata.
Attualmente, Enas si trova a operare con una carenza di personale, con 88 unità in meno rispetto al fabbisogno teorico di 326.
In alcune aree geografiche, la situazione è particolarmente critica, con una densità operativa di soli tre operatori ogni 150 chilometri di condotta, un rapporto che compromette seriamente la capacità di prevenzione e di intervento.
La legge assegna, inoltre, a Enas compiti di protezione civile specificamente legati alla gestione delle crisi idriche.
Questa integrazione permette di attivare protocolli di intervento più rapidi e coordinati, ottimizzando l’utilizzo delle risorse disponibili e accelerando la riparazione delle condotte e il ripristino della funzionalità degli impianti.
Un aspetto fondamentale della riforma è la possibilità per Enas di rafforzare il proprio organico attraverso diverse modalità: l’internalizzazione delle funzioni di gestione degli impianti e del laboratorio analisi, l’avvio di selezioni di personale dai centri per l’impiego locali, favorendo così l’inserimento di risorse qualificate vicino alle aree di intervento, e la semplificazione del trasferimento del personale proveniente dall’ex Esaf.
Questi accorgimenti mirano a creare un sistema più resiliente e in grado di rispondere in modo efficace alle sfide future.
Per sostenere questi interventi, la legge stanzia ingenti risorse finanziarie.
In particolare, 4 milioni di euro sono destinati a interventi urgenti lungo le condotte del Coghinas, per garantire un adeguato approvvigionamento idrico al Sassarese.
Un ulteriore stanziamento di 4,8 milioni di euro è previsto per coprire i costi energetici legati ai trasferimenti di acqua da bacini idrografici più abbondanti a zone carenti, un meccanismo cruciale per bilanciare la distribuzione delle risorse.
Infine, un fondo annuale di 2,8 milioni di euro è stato istituito per far fronte a rotture improvvise e impreviste nella rete idrica, garantendo una risposta rapida ed efficace in caso di emergenza.
La riforma si pone l’obiettivo non solo di risolvere le criticità immediate, ma di costruire un sistema idrico più efficiente, sostenibile e sicuro per il futuro della Sardegna.