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venerdì 7 Novembre 2025

Spopolamento e futuro Italia: Landini chiede azioni concrete.

Il fenomeno dello spopolamento, particolarmente acuto in territori come la Sardegna, rappresenta una ferita aperta nel tessuto sociale ed economico del Paese.
La dispersione dei giovani, attratti da opportunità percepite come inesistenti nelle loro comunità d’origine, non è soltanto una questione demografica, ma un sintomo di profonde disfunzioni strutturali che richiedono risposte mirate e innovative.
Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha giustamente sollevato la necessità urgente di implementare percorsi di reinserimento e qualificazione professionale, tesi a favorire il ritorno dei giovani talenti nelle loro regioni di provenienza.

Questi percorsi non devono limitarsi a mere misure di formazione, ma devono essere integrati da un’offerta di opportunità concrete, stimolando l’imprenditorialità locale e sostenendo la creazione di attività economiche che possano offrire lavoro dignitoso e prospettive di crescita.

Parallelamente, l’analisi di Landini evidenzia la crucialità di una politica industriale nazionale, con particolare attenzione al tema dell’energia.

L’Italia si trova in una situazione anomala, con costi energetici tra i più elevati d’Europa, un fattore che penalizza la competitività delle imprese e deprime i salari.
Questa criticità, se non affrontata con un piano strategico a livello nazionale, rischia di compromettere la capacità del Paese di competere con potenze economiche come la Cina e l’India, che beneficiano di costi energetici notevolmente inferiori.
Non si tratta semplicemente di ridurre le tariffe, ma di investire in fonti di energia rinnovabile, migliorare l’efficienza energetica degli edifici e delle industrie, e sviluppare infrastrutture che garantiscano una distribuzione equa e sostenibile dell’energia su tutto il territorio nazionale.

La riflessione si estende poi al delicato tema della sanità pubblica, un servizio essenziale per garantire il benessere dei cittadini e il diritto alla salute.

La progressiva erosione delle risorse destinate alla sanità pubblica, unita a una tendenza preoccupante verso la privatizzazione, sta generando disuguaglianze nell’accesso alle cure e mettendo a rischio la tenuta stessa del sistema sanitario nazionale.

È inaccettabile che, in un Paese che si dichiara civile e democratico, esistano cittadini che, pur essendo malati, non riescano a curarsi a causa della mancanza di risorse economiche.

È necessario un investimento massiccio e mirato per rafforzare il sistema sanitario pubblico, aumentando il numero di medici e infermieri, migliorando le infrastrutture e garantendo l’accesso alle cure per tutti i cittadini, indipendentemente dal loro reddito.

In definitiva, la sfida che l’Italia, e in particolare regioni come la Sardegna, si trova ad affrontare è complessa e multidimensionale.
Richiede un approccio integrato e coordinato, che coinvolga tutti gli attori sociali ed economici, e che sia capace di coniugare la tutela dei diritti dei lavoratori con la promozione della crescita economica sostenibile.
La costruzione di un futuro prospero e inclusivo per il Paese passa necessariamente per la valorizzazione del territorio, la promozione dell’innovazione, la tutela del diritto alla salute e la garanzia di pari opportunità per tutti i cittadini.

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