La crescente e inaccettabile ondata di violenza contro i lavoratori dei trasporti, sia essa fisica o verbale, rappresenta una grave emergenza sociale e professionale che richiede un’azione concertata e innovativa. La constatazione del segretario generale della Fit-Cisl, Salvatore Pellecchia, va oltre la semplice denuncia: sottolinea una profonda falla nella tutela della dignità e della sicurezza di chi garantisce la mobilità del Paese. Affermare che “la vita non è un rischio del mestiere” non è un mero slogan, ma un imperativo etico e un principio cardine del diritto del lavoro.Il problema non si risolve con l’applicazione formale delle normative esistenti. È necessario un approccio multidimensionale che integri strumenti legislativi, tecnologici e organizzativi, in grado di prevenire e contrastare efficacemente il fenomeno. In questo contesto, l’intelligenza artificiale si presenta come un’opportunità strategica per migliorare la sicurezza del settore. La creazione di banche dati condivise tra operatori ferroviari, aziende di trasporto pubblico locale e compagnie aeree, alimentate in tempo reale e analizzate con algoritmi avanzati, consentirebbe di costruire una mappa dinamica degli episodi di aggressione. Questa mappatura non si limiterebbe a registrare gli eventi, ma permetterebbe di individuare correlazioni, tendenze e aree di particolare vulnerabilità. L’analisi predittiva, derivante da questa mole di dati, potrebbe anticipare situazioni di rischio, permettendo di allocare risorse e implementare misure preventive mirate, personalizzate in base al contesto specifico.Parallelamente all’innovazione tecnologica, è cruciale un rafforzamento e un’applicazione uniforme dei protocolli di sicurezza sottoscritti nel 2022. Questi protocolli rappresentano un quadro operativo di riferimento che deve essere attuato su tutto il territorio nazionale, con un monitoraggio costante e una verifica dell’efficacia delle misure implementate. L’obiettivo non è solo rispondere agli eventi, ma agire in modo proattivo, dissuadere i potenziali aggressori e proteggere i lavoratori.Tra le azioni prioritarie si propone l’istituzione di un Osservatorio nazionale permanente, dotato di risorse adeguate e competenze multidisciplinari, in grado di raccogliere dati, analizzare tendenze, valutare l’impatto delle misure adottate e formulare raccomandazioni per il miglioramento continuo. Un numero diretto di emergenza, dedicato esclusivamente ai lavoratori del trasporto e collegato direttamente alle forze dell’ordine, consentirebbe una risposta rapida e coordinata in caso di aggressione. È fondamentale introdurre sanzioni severe e deterrenti per chiunque attacchi un operatore del trasporto, riconoscendo la gravità del reato e il suo impatto sulla sicurezza collettiva.La collaborazione tra tutte le parti interessate – operatori, sindacati, forze dell’ordine, istituzioni – è imprescindibile. L’attivazione di tavoli tematici e prefettizi garantirebbe un confronto costante e la condivisione di informazioni e buone pratiche. Un aggiornamento della normativa in materia di sicurezza, polizia e regolarità dei servizi è essenziale per fornire un quadro giuridico solido e coerente. Gli investimenti in tecnologie di sicurezza, videosorveglianza, dotazioni minime obbligatorie per i nuovi mezzi, cabine protette per gli autisti e sistemi di controllo accessi in stazioni e terminal, rappresentano un investimento nella sicurezza e nella dignità del lavoro. Infine, la presenza di personale addestrato e, laddove necessario, di guardie giurate, rafforzerebbe la protezione dei lavoratori e la deterrenza nei confronti di potenziali aggressori, restituendo al settore un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso.
Violenza sui trasporti: emergenza sicurezza e nuove tecnologie
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