La bandiera palestinese, un simbolo carico di storia e speranze, ha fluttuato solenne dalla sommità del Palazzo del Consiglio regionale di Cagliari, in una dichiarazione pubblica di solidarietà che ha interrotto il consueto protocollo istituzionale.
In un gesto inequivocabile, il vessillo si è affiancato ai tre emblemi che ne rappresentano l’identità: il Tricolore italiano, i Quattro Mori, emblema storico dell’isola, e la bandiera europea, simbolo di appartenenza ad un progetto di pace e cooperazione.
La sua esposizione, durante il passaggio di un corteo pacifico che ha animato via Roma, ha visto anche la presenza del Presidente dell’Assemblea, Piero Comandini, a testimonianza del peso politico dell’azione compiuta.
La decisione di erigere la bandiera palestinese, anziché un mero atto formale, si configura come un atto di profonda riflessione e impegno morale.
Il gesto vuole essere un monito, un’esortazione a non distogliere lo sguardo dalle terribili conseguenze del conflitto che infuria a Gaza, un teatro di sofferenza dove la violenza sembra perpetuarsi senza fine.
La guerra, per sua natura intrinseca, non genera vincitori veri, ma solo una catena di perdite, traumi e distruzioni che si ripercuotono per generazioni.
Oltre alla condanna implicita della violenza, l’iniziativa sottolinea un principio fondamentale: la vicinanza delle istituzioni regionali al popolo palestinese, in particolare ai bambini, le vittime più vulnerabili di ogni conflitto armato.
La guerra, per loro, non è solo un evento mediatico, ma una realtà brutale che nega l’infanzia, la speranza e il futuro.
L’atto del Consiglio regionale, in questo contesto, assume un valore simbolico potente.
Non si tratta solo di esprimere empatia e compassione, ma di sollecitare un impegno concreto per la ricerca di soluzioni pacifiche e durature, per la protezione dei diritti umani e per la promozione della giustizia.
È un appello alla responsabilità collettiva, un invito a superare le divisioni e a lavorare insieme per costruire un mondo più giusto, equo e pacifico, dove la bandiera palestinese possa finalmente sventolare non come simbolo di lotta, ma come emblema di una nazione libera, indipendente e in pace.
Il gesto si configura come un atto di speranza, un’affermazione di valori umani fondamentali, e un monito a non dimenticare le voci che gridano sofferenza da terre lontane.