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Campo Largo: analisi socio-economica e futuro della Sardegna

La recente genesi del Campo Largo in Sardegna non è stata frutto di una scelta casuale, bensì il risultato di un’analisi profonda delle dinamiche socio-economiche che plasmano l’isola e l’intero Paese.

Un’analisi che, come ha chiarito Roberto Deriu, capogruppo del PD in Consiglio regionale, radica saldamente la sua posizione a favore del PD, della presidenza di Alessandra Todde e dell’alleanza stessa.

Più che un semplice post sui social, si tratta di un documento programmatico, un manifesto che interroga il presente e proietta lo sguardo al futuro.

La radice del ragionamento di Deriu affonda nelle trasformazioni industriali che hanno segnato l’Italia.
La scomparsa delle grandi produzioni manifatturiere, quelle capaci di impiegare migliaia di lavoratori, ha comportato la perdita di un motore cruciale per il progresso sociale.
L’operaio, tradizionalmente depositario di una coscienza di classe e promotore di rivendicazioni per diritti e servizi, è scomparso, lasciando un vuoto incolmabile.
Quando il tessuto produttivo si disfa, si erode anche la capacità di ampliare i diritti e di garantire una distribuzione equa delle risorse.

Questa crisi strutturale ha generato un fenomeno di esclusione sociale che colpisce una quota significativa della popolazione, costretta a scegliere tra l’emarginazione e l’emigrazione.
È in questo contesto che emergono le istanze populiste, alimentate da un senso di abbandono e da una crescente disuguaglianza.

La proposta di un reddito universale, espressione di una nuova idea di cittadinanza, riflette la necessità di reinventare il welfare state e di offrire una rete di sicurezza per i più vulnerabili.

Il Movimento 5 Stelle, secondo Deriu, ha saputo cogliere per primi il disagio diffuso, soprattutto nel Sud Italia, mentre il PD, intrappolato in un’ottica assistenzialistica, si è concentrato esclusivamente sulle esigenze delle categorie più protette: dipendenti, pensionati, lavoratori con contratti stabili.
La parentesi “renziana”, lungi dall’essere innovativa, si è rivelata un ritorno al passato, un’illusione di cambiamento.

La riflessione si proietta quindi sulla realtà sarda, dove la frammentazione della sinistra ha portato alla debacle del 2019, nonostante la figura di un leader carismatico come Massimo Zedda.
È da questo momento che nasce il Campo Largo: un percorso di dialogo e confronto tra PD, forze di sinistra e M5S, che ha portato alla condivisione di un programma comune.
Per Deriu, la costruzione di un’alleanza solida richiede tre elementi essenziali: una guida politica, un volto elettorale e un catalizzatore culturale.
Il PD, dopo un periodo di profonda riorganizzazione interna, si è rivelato in grado di assumere il ruolo di regista politico.

Il M5S, forte di un ampio consenso popolare, rappresentava il protagonista elettorale, capace di intercettare il voto di cambiamento.

L’appoggio del M5S alla leadership di Alessandra Todde non costituisce un mistero da svelare, ma una conseguenza logica della sua forza elettorale.

Infine, è fondamentale recuperare l’identità culturale della Sardegna, un arcipelago di realtà locali spesso incomprensibili a chi osserva dall’esterno.

È necessario un esercizio di ascolto e di interpretazione che coinvolga leader e intellettuali, capaci di mediare tra la tradizione e l’innovazione.
L’appello è a convergere su questo progetto, a sostenerlo con impegno e passione, per avviare una transizione che porti la Sardegna verso un futuro di speranza e di progresso.
L’impegno programmatico si traduce in azioni concrete, volte a costruire una comunità più giusta, inclusiva e prospera.

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