Un’iniziativa civica per tutelare l’autonomia giudiziaria: nasce il Comitato “Giusto Dire No”In un momento cruciale per il futuro del sistema giudiziario italiano, il Comitato “Giusto Dire No” ha annunciato la sua nascita a Cagliari, con l’obiettivo di promuovere una diffusa comprensione delle implicazioni del referendum sulla riforma costituzionale, sulla separazione delle carriere e sulla composizione del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM).
L’iniziativa si pone come baluardo contro una potenziale erosione dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, valori fondamentali per la democrazia.
L’analisi critica della riforma, condivisa anche dal Ministro della Giustizia Nordio, evidenzia come le presunte innovazioni proposte non risolvano le criticità esistenti e, al contrario, potrebbero compromettere l’equilibrio delicato che sostiene il corretto funzionamento della giustizia.
La Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Cagliari, Cristina Ornano, esponente di Area Democratica per la Giustizia, ha sottolineato che l’attuale quadro legislativo, già segnato dalla riforma Cartabia, in parte ha delineato una separazione delle carriere che la nuova proposta rischia di accentuare in modo problematico.
La preoccupazione principale risiede nel potenziale aumento del controllo politico sull’azione della magistratura.
Un pubblico ministero, sempre più legato all’esecutivo, rischia di trasformarsi in un “super poliziotto”, perdendo l’imparzialità e l’indipendenza intrinseche alla funzione giurisdizionale.
Questa dinamica, alimentata da una logica orientata al risultato, compromette l’esercizio imparziale della giustizia, pilastro essenziale per la tutela dei diritti dei cittadini.
Il Comitato “Giusto Dire No” si propone di colmare un vuoto informativo, criticando l’assenza di una campagna di sensibilizzazione trasparente e accurata.
L’iniziativa intende contrastare la disinformazione, le narrazioni distorte e gli attacchi ingiustificati rivolti alla magistratura e alle sue decisioni.
L’approccio del Comitato non si limita alla sfera giudiziaria.
In un gesto di apertura e inclusività, il coordinamento include avvocati, professori universitari di diritto e cittadini attivamente interessati a difendere i principi costituzionali.
Questa ampia partecipazione sottolinea come la riforma non sia una questione interna alla magistratura, ma un tema che riguarda direttamente l’intera collettività e le sue garanzie fondamentali.
L’impegno del Comitato si tradurrà in una capillare presenza sul territorio, attraverso incontri pubblici, dibattiti e la creazione di sportelli informativi.
L’obiettivo primario è fornire ai cittadini gli strumenti per comprendere appieno il contenuto della riforma, le sue implicazioni e le sue conseguenze, affinché possano esercitare il diritto di voto in modo consapevole e responsabile, salvaguardando l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, fondamento della nostra democrazia.






