domenica 10 Agosto 2025
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Consulenze in Sardegna: tra sprechi e attacco al Consiglio regionale

La vicenda delle consulenze deliberata dalla Giunta Todde, e pubblicamente contestata dall’opposizione, rappresenta una dissonanza stridente con i principi programmatici che hanno animato, in passato, il movimento 5 Stelle.
La critica al cosiddetto “poltronificio”, leitmotiv delle precedenti legislature, si tramuta ora in una pratica che ne appare, paradossalmente, l’emblema, amplificata da un silenzio, o meglio, da una complicità percepita, del Partito Democratico.
L’assegnazione di quasi tre milioni di euro in tre anni per tali incarichi solleva interrogativi profondi sulla gestione delle risorse pubbliche e sull’effettivo rispetto dei principi di trasparenza e buon andamento dell’amministrazione regionale.
La delibera, che destina 2 milioni e 873mila euro a consulenze specifiche, è accusata di superare i limiti dell’opportunità e di potenzialmente ledere l’autonomia legislativa del Consiglio regionale.

In particolare, l’ingente somma stanziata per la ricerca di “esperti in campo legislativo” – 280mila euro – è interpretata come un tentativo, da parte dell’Esecutivo, di esercitare un’influenza indebita sull’Assemblea legislativa sarda e di comprimere il ruolo degli esperti già nominati, configurando un’operazione di commissariamento *de facto* delle funzioni istituzionali.
La scelta di esternalizzare una funzione core come la predisposizione di testi legislativi, soprattutto in un momento storico in cui l’efficienza amministrativa dovrebbe essere una priorità, appare miope e inefficiente.
Un investimento di risorse inferiori avrebbe potuto consentire la creazione di un ufficio legislativo interno, a disposizione dei gruppi politici, della Regione e del Consiglio regionale, fornendo un supporto professionale costante e garantendo un processo legislativo più ponderato e partecipativo.
L’atto politico del capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, che invita la Presidente Todde a ritirare la delibera e rivolge un appello al Presidente Comandini e alle altre forze politiche, testimonia una crescente preoccupazione per la salute democratica dell’istituzione regionale.

Il rischio non è solo di un’irresponsabile spreco di denaro pubblico, ma anche di un’erosione del potere legislativo e di un’ulteriore disaffezione dei cittadini nei confronti della politica.
La questione solleva un dibattito più ampio sulla necessità di un profondo ripensamento del ruolo delle consulenze e degli incarichi esterni all’interno delle amministrazioni pubbliche, al fine di garantire una gestione più trasparente, efficiente e responsabile delle risorse a disposizione della collettività.
La pressione dell’opposizione e l’appello alla responsabilità degli altri gruppi politici rappresentano un tentativo di salvaguardare l’integrità dell’istituzione e di ristabilire un equilibrio tra le diverse componenti del sistema politico regionale.

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