Decreto rinnovabili: Sardegna contro il governo, rischio ricorso alla Consulta.

Il recente decreto legge relativo alla definizione delle aree idonee per impianti di energia rinnovabile rappresenta un atto che mina l’autonomia regionale e disattende i principi di concertazione territoriale.

La Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, ha espresso profonda preoccupazione, denunciando un’azione che si pone in netta contraddizione con le promesse di autonomia differenziata, auspicata dallo stesso governo, e che dovrebbe, al contrario, rafforzare il ruolo delle Regioni nella gestione del territorio.
L’atto legislativo, definito “Transizione 5.0”, svuota di significato le normative regionali preesistenti, sancendo la prevalenza esclusiva della legislazione nazionale nella valutazione dell’idoneità delle aree per la realizzazione di impianti.

Questa impostazione centralizzatrice, a detta della Presidente Todde, porta a scenari inaccettabili, come la possibilità di considerare idonei anche porti per l’installazione di parchi eolici offshore, un’evenienza che ignora le specificità ambientali e paesaggistiche locali.

La richiesta di adeguamento delle leggi regionali al decreto è percepita come un’imposizione che preclude qualsiasi possibilità di dialogo e pianificazione condivisa.

Un elemento particolarmente critico è la previsione che consente l’installazione di impianti, anche di piccola taglia (sotto 1 MW), all’interno di zone protette dall’UNESCO.

Questa deroga, considerata una grave trasgressione dei principi di tutela del patrimonio culturale e ambientale, contraddice gli sforzi compiuti dalla Regione Sardegna attraverso la Legge 20, che ha puntato a conciliare la transizione energetica con la salvaguardia del territorio.

La Legge 20, infatti, ha dimostrato la possibilità di bilanciare obiettivi ambientali e sviluppo energetico, negando autorizzazioni che potessero compromettere il paesaggio e l’ambiente.

La riproposizione, in forma vincolante, della controversa proposta di utilizzo delle aree militari per la produzione di energia rinnovabile, dopo le iniziali contestazioni, aggiunge ulteriore gravità alla situazione.
La Presidente Todde ribadisce il diritto regionale alla restituzione delle aree militari non più utilizzate, un diritto che appare messo a rischio da questa legge.

La denuncia della Presidente Todde è un appello alla mobilitazione e alla difesa delle competenze regionali, auspicando un ricorso alla Corte Costituzionale qualora fosse necessario.

L’obiettivo è contrastare un modello decisionale che privilegia l’accentramento del potere a scapito del coinvolgimento dei territori e della tutela del loro patrimonio.

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