Nelle piccole comunità amministrative sarde, la recente tornata elettorale ha messo in luce le peculiarità di un sistema che, pur garantendo la certezza dell’elezione, evidenzia le sfide legate alla partecipazione democratica e alla rappresentatività. In particolare, in comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, la presenza di una singola lista e un solo candidato al ruolo di sindaco introduce una dinamica particolare: il raggiungimento di una soglia minima di affluenza, pari al 40%, determina l’eleggibilità del candidato, indipendentemente dalla percentuale di voti ottenuti.Questo meccanismo, pensato per evitare l’annullamento delle elezioni e garantire la continuità amministrativa in contesti con scarsa popolazione e limitata competizione, ha prodotto risultati diversificati. A Cardedu, ad esempio, la percentuale di votanti ha raggiunto il 38,36% alle 23:00, mentre a Oniferi si è attestata al 37,65%, valori prossimi, ma sufficienti a far ritenere scontata l’elezione, sulla base delle proiezioni delle diverse forze politiche. Questa percezione di un risultato già definito, pur in assenza del raggiungimento formale del 40%, suggerisce una dinamica di auto-referenzialità e una possibile disaffezione di alcuni elettori, convinti della prevedibilità dell’esito.Il caso di Goni, nel Cagliaritano, costituisce un netto contrasto. Con un’affluenza a dir poco anemica, pari allo 0,77%, il voto è stato dichiarato deserto. Questo risultato drammatico solleva interrogativi urgenti sulla vitalità della vita democratica in comunità sempre più piccole e sull’importanza cruciale della partecipazione civica per la legittimità delle istituzioni locali. La bassa affluenza non è solo un dato numerico, ma un campanello d’allarme che segnala una potenziale crisi di rappresentanza e un rischio di deriva autoritaria, laddove le decisioni vengono assunte da un numero ristretto di persone, senza un effettivo coinvolgimento della popolazione.Si pone quindi la necessità di una riflessione più ampia sul sistema elettorale dei piccoli comuni, valutando possibili interventi per incentivare la partecipazione, promuovere la competizione elettorale e garantire una maggiore rappresentatività degli interessi della comunità. Forse l’introduzione di soglie di affluenza più stringenti, o l’adozione di forme di voto per corrispondenza, potrebbero contribuire a stimolare un maggiore coinvolgimento civico e a rafforzare la legittimità delle elezioni nei piccoli comuni sardi, salvaguardando il tessuto democratico del territorio.
Elezioni nei piccoli comuni sardi: affluenza, democrazia a rischio?
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