La complessa partita delle elezioni provinciali in Sardegna: equilibri, divisioni e l’ombra della parità di genereA una settimana dalla scadenza per la presentazione delle liste per le elezioni provinciali in Sardegna, il panorama politico è animato da intense trattative e vertici tra amministratori locali.
L’obiettivo dichiarato è trovare un candidato presidente condiviso (escludendo le città metropolitane) e formare liste di consiglieri che riflettano un’apparente unità territoriale, trascendendo le divisioni partitiche.
Tuttavia, la complessità del sistema di voto ponderato, che avvantaggia i comuni più popolosi, rende la ricerca di un accordo unitario un esercizio delicato e spesso contraddittorio.
Nella Gallura Nord-Est, il sostegno a Settimo Nizzi, sindaco di Olbia, sembra aver creato una base solida per la convergenza.
Nonostante ciò, la formazione della lista unitaria per il consiglio provinciale, che attribuirà la maggioranza dei dieci seggi al centrodestra, sta generando tensioni e ripartizioni di potere tra i diversi comuni.
Anche l’Ogliastra si sta muovendo verso un accordo, sebbene le interlocuzioni tra i sindaci siano ancora in corso e richiedano ulteriori chiarimenti.
Un quadro diverso si presenta a Oristano, dove la competizione si preannuncia a due, con due candidati distinti per la presidenza: Paolo Pireddu (Fdi) e Andrea Abis, entrambi sindaci rispettivamente di Villaurbana e Cabras.
A Nuoro, Giuseppe Ciccolini, attuale commissario straordinario e sindaco di Bitti, si candida con il sostegno del Pd, ma il centrodestra, in particolare Fdi, preferirebbe sostenere Riccardo Uda, sindaco di Macomer, a condizione che il progetto si fondi su una reale partecipazione dei territori della provincia.
Le vere spaccature emergono nel Sulcis-Iglesiente e nel Medio-Campidano, dove le dinamiche locali sembrano prevalere sull’aspirazione alla compattezza.
Nel Sulcis, nonostante un’iniziale convergenza a favore di Mauro Usai, sindaco di Iglesias, l’interesse di alcuni amministratori di Carbonia per Pietro Morittu mette in discussione l’unità d’intenti.
L’emergere di una nuova lista unitaria, che include M5s, Orizzonte Comune, Psi e Sinistra Futura, complica ulteriormente il quadro.
Nel Medio-Campidano, la ricerca di un accordo interno al Pd si rivela ardua, con diversi candidati in campo (Federico Sollai, Giuseppe De Fanti, Beatrice Muscas) e la prospettiva di una lista unitaria, proposta dal consigliere regionale Alberto Urpi, che sembra arenarsi a causa di ritardi e veti reciproci.
Un elemento particolarmente critico, e fonte di crescente preoccupazione, è la virtuale assenza di candidati donne.
La denuncia della presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, Maria Grazia Caligaris, sui social media, evidenzia come, nonostante la presenza di numerose sindache, le candidature avanzate finora ripropongono un modello politico maschile e superato, contrastante con i principi di parità e inclusione che dovrebbero animare l’azione amministrativa.
La mancanza di rappresentanza femminile nelle candidature alla presidenza delle province solleva interrogativi profondi sulla reale volontà di promuovere una politica più equa e partecipata, e rischia di compromettere la legittimità e l’efficacia delle istituzioni provinciali.
La corsa elettorale si preannuncia quindi non solo come una sfida politica, ma anche come un banco di prova per la capacità del sistema sardo di superare stereotipi e pregiudizi, aprendo la strada a una rappresentanza più ampia e diversificata.