cityfood
cityeventi
sabato 15 Novembre 2025

Giornalisti, rinnovo contratto: la proposta degli editori è un bluff.

La recente proposta di rinnovo contrattuale per i giornalisti, avanzata dalla Federazione degli editori, rivela una profonda distanza dalla reale necessità di un aggiornamento organico e strutturale del rapporto di lavoro.

Un’offerta che si concentra su un misero incremento di 150 euro in due anni di EDR – un istituto, peraltro, isolato e privo di impatto sugli altri aspetti contrattuali – appare un gesto di scarsa considerazione, quasi una provocazione nei confronti di una categoria professionale che ha subito un duro colpo negli ultimi due decenni.
L’assenza di qualsiasi riferimento a questioni cruciali come l’adozione di linee guida etiche e operative per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle redazioni, un tema di impatto sempre maggiore, e l’adeguamento salariale a un costo della vita eroso da un’inflazione certificata dall’Istat al 19,3%, evidenzia una priorità distorta.

Ancora più preoccupante è l’introduzione di condizioni penalizzanti per le nuove assunzioni, un segnale inequivocabile di intenzione di irrigidire ulteriormente il mercato del lavoro giornalistico, soffocando la possibilità di rinnovamento e di nuove voci.

L’Associazione della Stampa sarda, unitamente alla Fnsi e alla Consulta delle Associazioni regionali, ha giustamente aderito allo sciopero del 28 novembre, percependo in questa proposta un chiaro segnale di mancanza di volontà di costruire un nuovo contratto che risponda alle esigenze reali dei giornalisti.

La retorica degli editori, che spesso si ripromettono di sostenere una stampa professionale, seria e corretta, si è tradotta, negli ultimi vent’anni, in una ricerca sistematica di finanziamenti governativi per i prepensionamenti, evitando così l’investimento diretto nel capitale umano, ovvero nel giornalismo di qualità.
Questa strategia ha eroso la professionalità, ridotto la qualità dell’informazione e contribuito alla precarizzazione del settore.

Lo sciopero del 28 novembre non è solo una protesta contro un’offerta contrattuale inadeguata, ma è una denuncia di un modello di sviluppo dell’informazione che privilegia la riduzione dei costi a scapito della qualità e della dignità dei lavoratori.
È un appello a un cambiamento di paradigma, che riconosca il valore del giornalismo come pilastro fondamentale della democrazia e che investa nel futuro della professione, garantendo condizioni di lavoro dignitose e opportunità di crescita professionale per le nuove generazioni.

La tutela del giornalismo è, in definitiva, tutela della libertà di informazione e della partecipazione democratica.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap