Indennità da 95.000 euro: Truzzu attacca la Giunta Truzzu

La recente delibera n. 31 del 2024 della Giunta regionale, che assegna indennità di 95.000 euro a due figure apicali all’interno dell’Ufficio della Segreteria, solleva interrogativi e genera un acceso dibattito politico.
Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, ha formalmente contestato l’atto, presentando un’interrogazione alla Presidente Todde e all’Assessora Motzo, denunciando una potenziale violazione dei principi costituzionali di equità e proporzionalità, pilastri fondamentali per la tutela di tutto il personale regionale.
Al cuore della controversia risiede la presunta creazione *ad hoc* di posizioni organizzative.
La critica principale riguarda la mancanza di chiarezza e la potenziale fabbricazione di mansioni specifiche, non previste nella struttura preesistente della Direzione Generale della Presidenza.

Questa circostanza alimenta seri dubbi sulla legittimità della nomina e sulla reale necessità di tali figure, soprattutto considerando la digitalizzazione avanzata delle procedure giuntali, implementata già nel 2017, che permette una gestione efficiente tramite strumenti informatici.

L’adozione di tablet e computer per l’acquisizione delle proposte, la gestione delle sedute e la pubblicazione dei documenti suggerisce, di per sé, una ridotta necessità di personale dedicato.
L’assenza di una procedura aperta, con manifestazioni di interesse, ha inoltre innescato accuse di disparità di trattamento, creando una palese ingiustizia nei confronti del resto del personale regionale.

Questa mancanza di trasparenza alimenta sospetti di favoritismi e solleva interrogativi sulla correttezza del processo di selezione.
La questione si estende anche alla giustificazione del lavoro straordinario, in un contesto in cui le sedute della Giunta regionale sono generalmente programmate in orario di servizio e in giorni prestabiliti.
L’invocazione del lavoro straordinario, in queste circostanze, appare incongrua e innesca ulteriori accuse di gestione opaca e di utilizzo improprio delle risorse pubbliche.

L’omissione di un confronto sindacale preventivo rappresenta un ulteriore elemento di criticità, poiché priva i rappresentanti dei lavoratori della possibilità di esprimere pareri e suggerimenti in merito alla riorganizzazione interna e all’assegnazione di nuove risorse.
L’azione del capogruppo Truzzu si pone, dunque, come tentativo di salvaguardare il diritto alla parità di trattamento e di garantire una gestione amministrativa improntata alla trasparenza e alla legalità.

La richiesta di un immediato blocco degli effetti della delibera mira a scongiurare la creazione di una frattura tra il personale regionalmente remunerato e quello che, al contempo, attende ancora l’allocazione di risorse per investimenti cruciali in termini di formazione e sviluppo professionale.
Il rischio di generare situazioni di privilegio e disparità, in aperta violazione dei principi di equità e merito, è ritenuto particolarmente elevato e richiede un intervento immediato da parte delle istituzioni.

Si sottolinea, inoltre, l’importanza di una revisione complessiva delle politiche di gestione del personale, con l’obiettivo di promuovere una cultura di responsabilità, trasparenza e meritocrazia all’interno della Pubblica Amministrazione regionale.

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