La gestione delle liste d’attesa nel Servizio Sanitario Regionale rappresenta una sfida complessa che richiede un ripensamento radicale e un impegno collettivo.
I recenti dati relativi alle mancate presentazioni e alle disdette last-minute rivelano una situazione critica, con un impatto tangibile sulla salute della collettività sarda.
Nel primo semestre dell’anno, oltre 125.000 disdette hanno affievolito l’efficienza del sistema, un dato allarmante se si considera che il 30% di queste si è verificato a distanza di un solo giorno o nello stesso giorno della visita prevista.
Un numero significativo di cittadini, precisamente 57.800, non si è presentato agli appuntamenti programmati.
L’attuale assenza di sanzioni, incluso l’obbligo di pagamento del ticket, per chi disdice con breve preavviso o non si presenta, contrasta con le pratiche adottate in altre regioni e alimenta comportamenti che compromettono l’equità nell’accesso alle cure.
La conseguenza diretta è una perdita di risorse preziose: circa 100.000 visite non riprogrammate, sottraendo opportunità di cura a chi ne ha effettivamente bisogno, perpetuando un circolo vizioso di liste d’attesa sempre più lunghe.
La Regione, consapevole della gravità della situazione, sta implementando un piano di interventi mirati.
L’incremento dell’attività di “recall”, attraverso sistemi di conferma proattivi e l’estensione dell’accesso digitale per disdette online, è un passo fondamentale per ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili.
Un’attenzione particolare è dedicata all’introduzione delle “liste attive”, agende virtuali gestite a livello di ogni Azienda Sanitaria Locale, in grado di accogliere temporaneamente le richieste di prenotazione, gestendo poi in back-office e tramite sistemi di richiamo le assegnazioni.
Si stanno inoltre valutando percorsi di prenotazione dedicati e prioritari per pazienti oncologici e affetti da patologie croniche, riconoscendo la specificità delle loro necessità.
Tuttavia, l’efficacia di queste iniziative dipende in larga misura dalla consapevolezza e dalla collaborazione dei cittadini.
La governatrice Todde, con un appello sentito, sollecita un cambiamento di mentalità e un nuovo patto di solidarietà.
Ogni prenotazione rappresenta una speranza, un diritto alla cura; disdire all’ultimo momento significa negare questa opportunità a un altro sardo.
È imperativo comunicare tempestivamente l’impossibilità di presentarsi a una visita, permettendo così di liberare lo slot per un altro paziente.
Questo non è semplicemente una questione di burocrazia, ma un atto di responsabilità civica, un investimento nel futuro di una sanità pubblica efficiente e accessibile a tutti.
Una vera trasformazione del sistema sanitario regionale passa attraverso un impegno condiviso, un cambio di paradigma che veda cittadini e istituzioni protagonisti di un percorso comune verso una sanità più equa, sostenibile e orientata al benessere della comunità.







