Un padre ligure, radicato in Sardegna, vive l’angoscia di non poter vedere il figlio da sei mesi. Una sentenza definitiva della Corte d’Appello di Cagliari, che sanciva l’affidamento primario al genitore, si rivela inefficace di fronte alla realtà spagnola, dove il minore è attualmente trattenuto. Questa vicenda, apparentemente un dramma familiare, si configura come una profonda crepa nel tessuto dell’integrazione europea, sollevando interrogativi cruciali sulla sovranità nazionale, il rispetto del diritto comunitario e la tutela dei diritti fondamentali.I deputati Silvio Lai, Alberto Pandolfo e Luca Pastorino, con un atto di forte denuncia, hanno formalizzato la gravità della situazione attraverso un’interrogazione parlamentare urgente e una lettera inviata alla Commissione europea. Il cuore del problema non risiede nella separazione genitoriale, ma nella violazione del principio cardine del mutuo riconoscimento delle sentenze, pilastro del Regolamento UE 2019/1111, che dovrebbe garantire l’esecuzione uniforme delle decisioni giudiziarie all’interno dell’Unione.La mancata esecuzione della sentenza italiana, che definiva inequivocabilmente l’affidamento e i diritti di visita, rappresenta un cortocircuito nel sistema di cooperazione giudiziaria europea. La Spagna, membro attivo dell’Unione, appare incapace di adempiere a un obbligo derivante da una decisione giudiziaria italiana, creando un precedente pericoloso per la credibilità dell’intero progetto europeo.I deputati sollecitano il Governo italiano ad agire con determinazione. L’attivazione formale di un procedimento presso la Commissione europea, per denunciare l’inadempimento spagnolo, è un atto dovuto. Parallelamente, è fondamentale garantire il massimo sostegno consolare e diplomatico al padre, affiancandolo in questa battaglia legale. Un coordinamento intensivo tra le autorità giudiziarie di entrambi i paesi è indispensabile per sbloccare la situazione e restituire al padre il diritto di vedere il figlio.La missiva indirizzata alla Direzione generale Giustizia della Commissione europea pone un quesito essenziale: se l’Europa non riesce a garantire la cooperazione giudiziaria in casi delicati come questo, come può aspirare a mantenere la fiducia dei propri cittadini? La questione non riguarda la concessione di favori, ma l’applicazione rigorosa delle norme europee, il rispetto della legge e la protezione dei diritti fondamentali della persona, in particolare il diritto del minore a mantenere un rapporto significativo con entrambi i genitori. La vicenda, lungi dall’essere un caso isolato, incrina le fondamenta dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia che l’Unione Europea si prefigge di costruire, richiedendo un’azione immediata e risolutiva per ristabilire la fiducia e l’integrità del sistema giudiziario transnazionale.
Padre Ligure Separato: Una Crepa nell’Europa dei Diritti.
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