La questione che da tempo infiamma il dibattito a Cagliari e in tutta la Sardegna trova una sua risoluzione significativa: il progetto di realizzazione di un parco fotovoltaico sul colle di Sant’Elia è ufficialmente abbandonato.
La decisione, comunicata dal Ministro della Difesa Guido Crosetto al Presidente del Consiglio Regionale Piero Comandini attraverso una formale missiva, rappresenta un punto di svolta in un percorso complesso, segnato da tensioni istituzionali e da un acceso confronto tra interessi energetici nazionali e tutela del patrimonio ambientale e storico sardo.
L’esclusione dei 37 ettari di terreno militare dal bando “Energia 5.0” dell’Agenzia Difesa Servizi non è frutto di un’azione isolata, bensì il culmine di un’azione concertata che ha coinvolto diverse istituzioni sarde.
La Regione Sardegna, il Consiglio Regionale, il Comune di Cagliari, insieme a numerose altre realtà locali, hanno attivamente promosso questa rivendicazione, forte dell’accordo Stato-Regione del 2008 che prevede il ritorno di queste aree sotto il controllo regionale.
La decisione del Ministro Crosetto, come sottolineato con apprezzamento dal Presidente Comandini, testimonia una sensibilità verso le istanze espresse dalla Sardegna.
Il progetto, infatti, si scontrerebbe con una serie di criticità intrinseche, legate non solo al valore storico-culturale del colle di Sant’Elia – luogo simbolo dell’identità cagliaritana, testimonianza di un passato cruciale per la città e l’isola – ma anche con le implicazioni paesaggistiche e ambientali che una simile infrastruttura avrebbe comportato.
La sua realizzazione avrebbe alterato profondamente un contesto naturale di pregio, compromettendo la fruibilità pubblica e la salvaguardia di un patrimonio inestimabile.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale, Paolo Truzzu, ha espresso soddisfazione per l’esito positivo, sottolineando come la decisione confermi la necessità di un approccio più ponderato e attento alla specificità del territorio sardo nella definizione delle politiche energetiche.
La questione evidenzia un conflitto spesso presente tra imperativi di transizione energetica e la tutela dei beni culturali e ambientali, richiedendo un equilibrio delicato e una pianificazione strategica che consideri le peculiarità di ogni regione.
L’abbandono del progetto a Sant’Elia apre ora nuove prospettive per la gestione e la valorizzazione del colle.
Si rende necessario un piano di recupero che favorisca l’accessibilità, la riqualificazione ambientale e la promozione delle attività culturali, restituendo alla comunità cagliaritana uno spazio di aggregazione e di identità, nel rispetto del suo ricco passato e nel riconoscimento del suo valore intrinseco.
La vicenda si configura come un esempio di come la pressione istituzionale e la mobilitazione della società civile possano influenzare le decisioni governative, spingendo verso soluzioni più sostenibili e rispettose del patrimonio locale.