Il Partito Democratico ha formalmente presentato una proposta di legge per riformare il sistema elettorale regionale, riprendendo e aggiornando il documento promosso da Coordinamento3 fin dal 2023.
Questa iniziativa, come sottolinea Carmina Conte, presidente dell’associazione, rappresenta un impegno concreto per superare la storica disparità di genere nella composizione del Consiglio regionale, un tema che il partito ha sostenuto con determinazione.
La proposta si articola su due pilastri fondamentali.
Innanzitutto, impone un’alternanza rigorosa tra candidati di genere all’interno delle liste circoscrizionali, estendendo l’obbligo anche a quelle formate da soli due componenti, con la possibilità di esclusione in caso di non conformità.
In secondo luogo, introduce un limite massimo del 50% per la rappresentanza di ciascun genere tra i capolista di un gruppo consiliare, garantendo una più equa distribuzione delle posizioni di leadership.
L’attuale composizione del Consiglio regionale, con soli nove donne elette attraverso il sistema di doppia preferenza di genere (undici nella precedente legislatura), e un totale di dieci donne, inclusa la Presidente Todde, su sessanta consiglieri, evidenzia una profonda e inaccettabile squilibrio.
L’intervento legislativo proposto mira a correggere questa anomalia, non solo come questione di giustizia, ma anche come prerequisito per una governance più inclusiva e rappresentativa delle istanze della collettività.
Le rappresentanti di Coordinamento3 esprimono un cauto ottimismo, derivante dalle interlocuzioni condotte con i diversi gruppi consiliari, che hanno dimostrato un’apertura trasversale al tema.
La proposta, rielaborata alla luce delle esperienze pregresse e ispirata alla “Carta di impegni per la parità” del 2019, non si limita alla questione della rappresentanza formale, ma affronta in modo integrato le priorità di governance, salute, occupazione, welfare e contrasto alla violenza di genere.
Per affinare la proposta, Coordinamento3 aveva già commissionato un’analisi costituzionale a Andrea Deffenu e Carla Bassu, con l’obiettivo di rendere la norma più efficace e adatta al contesto specifico dell’elezione del Consiglio regionale sardo.
L’esperienza passata ha evidenziato i limiti della precedente formulazione, nonostante la sua efficacia in contesti amministrativi e in altre regioni.
Carmina Conte conclude esprimendo la speranza che questa legislatura possa rappresentare una svolta per la politica sarda, un momento in cui una nuova sensibilità, matura e consapevole, possa tradursi in azioni concrete e in un’approvazione rapida delle modifiche proposte, inaugurando un’era di maggiore equità e inclusione nella vita istituzionale della Sardegna.