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Revisione dello Statuto: Urgenza per la Regione contro le scelte del Governo

La revisione dello Statuto assume un’urgenza improrogabile, non come atto di semplice adeguamento formale, ma come risposta necessaria a un contesto normativo e politico che ne mina i principi fondanti.

L’attuale cornice legislativa, e le iniziative governative correlate, generano una dissonanza profonda, investendo settori cruciali per l’autonomia regionale come la gestione energetica, la valorizzazione delle risorse idroelettriche e lo sfruttamento sostenibile delle cave e delle miniere – ambiti che storicamente ricadono nella competenza primaria della Regione.
La frammentazione delle voci e la mancanza di un fronte comune rischiano di compromettere la capacità della Regione di tutelare i propri interessi e di esercitare un’influenza significativa nelle decisioni che ne determinano lo sviluppo.
La Presidente della Regione, Alessandra Todde, ha sollevato con forza questa criticità durante l’audizione in Commissione Speciale per lo Statuto, denunciando un cortocircuito istituzionale che ha trasformato un tavolo negoziale multilaterale, concepito per un dialogo costruttivo con tutte le Regioni Speciali, in una serie di incontri bilaterali, imposti unilateralmente dal Governo.

La richiesta di una immediata ripresa dei lavori del tavolo con il Ministro Calderoli, avanzata mesi fa, rimane inspiegabilmente inesaudita.

La Presidente ha inoltre annunciato l’intenzione della Giunta di presentare una proposta di legge statutaria che sarà sottoposta al vaglio della Commissione Speciale.

La discussione sulla forma di governo si configura come un nodo cruciale, richiedendo una revisione approfondita, con particolare attenzione alla distribuzione delle deleghe assessoriali.
L’attuale assetto, derivante dalla Legge 1 del 1977, crea una rigida compartimentazione, un sistema di “silos” che impedisce l’adeguamento alle mutate esigenze della realtà regionale.
Questa struttura obsoleta, incapace di rispondere alle dinamiche di un mondo in rapida evoluzione, ostacola la flessibilità e l’efficacia dell’azione amministrativa, limitando la capacità della Regione di affrontare le sfide contemporanee e di cogliere le opportunità di crescita.
La necessità di un ripensamento radicale si impone per superare questa rigidità e per dotare la Regione di uno strumento di governo più moderno, efficiente e in grado di rispondere in modo proattivo alle esigenze dei cittadini e delle imprese.
La revisione dello Statuto non è dunque un esercizio di contabilità formale, ma un atto di responsabilità nei confronti del futuro della Regione.

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