La recente sentenza del Tribunale, pur non risonando con le nostre convinzioni, non intacca il profondo rispetto che nutriamo per l’ordinamento giudiziario e per il ruolo cruciale che i magistrati svolgono nella salvaguardia dello Stato di diritto. Riconosciamo pienamente il diritto-dovere di ricorrere ai gradi di giudizio previsti dalla Costituzione, un pilastro fondamentale per garantire la correttezza e l’imparzialità delle decisioni.La nostra posizione non è quella di un confronto polemico con la magistratura, bensì quella di una difesa rigorosa e motivata di fronte a un atto giudiziario che, a nostro avviso, non risponde ai fatti e alla legge. È un diritto imprescindibile, sancito dalla Costituzione stessa, difendersi nel processo, e non contro il processo. Questo implica l’opportunità di presentare argomentazioni, prove e osservazioni che possano contribuire a una ricostruzione accurata degli eventi e a una valutazione equa delle responsabilità.Pertanto, confidiamo che il ricorso presentato sarà esaminato con la stessa scrupolosità e attenzione che caratterizzano l’amministrazione della giustizia, e che emergeranno elementi nuovi e pertinenti che possano ribaltare le conclusioni del primo grado. Il nostro agire non è un atto di sfida, ma un’affermazione di fiducia nel sistema giudiziario e nel suo potenziale di correzione.Le perizie tecniche della Corte dei Conti, unitamente alle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Cagliari, hanno evidenziato aspetti cruciali che, a nostro giudizio, non sono stati adeguatamente considerati nella sentenza. Queste valutazioni indipendenti e autorevoli forniscono una base solida per contestare le accuse e sostenere l’infondatezza delle contestazioni. La trasparenza del nostro operato e la disponibilità a fornire documentazione completa riflettono la nostra ferma volontà di chiarire ogni dubbio e di dimostrare la correttezza delle nostre azioni. La ricerca della verità, nel rispetto delle regole e dei principi costituzionali, è il nostro unico obiettivo.