La proposta di riforma elettorale sarda, presentata dalla capogruppo di Avs, Maria Laura Orrù, e i colleghi Diego Loi e Giuseppe Dessena, si configura come un ambizioso progetto di riprogettazione del sistema di elezione del Presidente della Regione e del Consiglio regionale. Il testo, frutto di un approfondito lavoro teorico condotto dalla Scuola di Cultura Politica Francesco Cocco, intende stimolare un dibattito costruttivo e distaccato, lontano dalle pressioni temporali che spesso caratterizzano le discussioni in prossimità delle elezioni.La riforma si articola su diversi pilastri fondamentali, volti a garantire una maggiore rappresentatività, legittimazione e coerenza all’interno delle istituzioni regionali. Tra le novità più significative, spicca l’introduzione del ballottaggio per l’elezione del Presidente. Questo meccanismo, applicato qualora nessuna delle candidature superi determinate soglie di consenso al primo scrutinio, mira a consolidare la base di consenso del futuro esecutivo e a favorire una più solida convergenza tra la leadership politica e la sua maggioranza consiliare. L’obiettivo è quello di ridurre la possibilità di governi deboli o frutto di compromessi insufficientemente supportati dall’elettorato.Un altro punto chiave è la revisione del sistema di rappresentanza, che include l’abbassamento della soglia di sbarramento al 2% per partiti e coalizioni. Questa modifica, seppur apparentemente tecnica, ha implicazioni significative sull’accesso al Consiglio regionale, aprendo la possibilità a forze politiche minori e promuovendo una maggiore pluralità di voci all’interno dell’assemblea legislativa. Contestualmente, viene abolito il voto disgiunto, semplificando il processo elettorale e rendendolo più comprensibile per l’elettore medio.La riforma, attenta ai principi di equità e inclusione, introduce anche misure volte a promuovere la parità di genere, con l’adozione di un sistema di preferenze sul modello europeo (tre preferenze) e la previsione di una doppia preferenza di genere nelle liste dei candidati. Questo meccanismo, volto a favorire l’accesso delle donne alle cariche pubbliche, si pone in linea con un’evoluzione democratica che riconosce l’importanza della diversità di genere nella rappresentanza politica.Particolare attenzione è stata riservata alla riorganizzazione delle circoscrizioni elettorali, con l’obiettivo di garantire una maggiore omogeneità in termini di popolazione e territorio. La riforma prevede, infatti, che ogni circoscrizione elegga un proprio rappresentante, assicurando un collegamento diretto tra i cittadini e i propri eletti.In sintesi, la proposta di riforma elettorale sarda si configura come un progetto complessivo volto a modernizzare il sistema di elezione delle istituzioni regionali, rendendolo più inclusivo, rappresentativo e capace di rispondere alle esigenze di una società in continua evoluzione. Si tratta di una revisione profonda, che mira a rafforzare la qualità democratica della Regione, introducendo strumenti più efficaci e al passo con i tempi.
Riforma elettorale in Sardegna: più rappresentanza e ballottaggio.
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