La revisione dello statuto regionale sardo si configura come un’occasione cruciale per rimodellare l’architettura istituzionale, superando l’attuale configurazione percepita come rigida e inadeguata alle dinamiche territoriali.
L’audizione del Consiglio delle Autonomie Locali (Cal) presso la Commissione speciale del Consiglio regionale ha messo in luce una pressante necessità di riforma organica, ispirata al modello trentino-altoatesino, un sistema che riconosce pari dignità costituzionale a tutti i livelli di governo.
Il fulcro della richiesta avanzata dal presidente del Cal, Piero Comandini, e dal suo rappresentante, Ignazio Locci (sindaco di Sant’Antioco), risiede nel principio di “equiordinazione”, un concetto chiave che mira a ridefinire i rapporti tra Regione, Comuni e Province, garantendo una distribuzione equilibrata di competenze e risorse.
La struttura istituzionale attuale, secondo Locci, soffoca l’iniziativa locale e ostacola una risposta efficace alle esigenze concrete dei cittadini.
Le criticità sollevate non si limitano alla rigidità normativa.
Umberto Oppus, sindaco di Mandas, ha evidenziato una crisi finanziaria imminente per numerosi Comuni, minacciati dall’impossibilità di bilanciare le spese correnti, in particolare a causa dell’impennata dei costi energetici, della gestione dei rifiuti e degli adeguamenti contrattuali.
Il mancato adeguamento del Fondo Unico, strumento vitale per la sostenibilità finanziaria degli enti locali, rischia di innescare una spirale di sofferenza economica diffusa.
Il Cal si appresta a presentare un pacchetto di proposte mirate a risolvere queste criticità, con particolare attenzione alla revisione della legge elettorale regionale, al fine di assicurare una rappresentanza territoriale equa e inclusiva per ogni area dell’Isola, anche quelle più marginali.
L’audizione ha visto anche la partecipazione del rettore dell’Università di Sassari, Gavino Mariotti, che ha sottolineato la necessità di un rapporto più sinergico tra Regione e atenei nella pianificazione degli investimenti e dei progetti di sviluppo.
Le università sarde, gravate da un debito significativo verso la Regione, dipendono in larga misura dal sostegno pubblico.
Mariotti ha rimarcato l’importanza strategica delle facoltà di Agraria e Veterinaria, e ha invocato maggiore flessibilità normativa, in particolare la possibilità di riallocare fondi non utilizzati.
Ha richiamato l’esempio della drastica riduzione degli studenti Erasmus a seguito della sospensione dei voli Ryanair da Alghero, evidenziando come risorse preziose rimangano bloccate per cause esogene.
Concludendo i lavori, il presidente Comandini ha ribadito la natura costituzionale di questa revisione statutaria, sottolineando l’importanza di un processo partecipativo e condiviso, che trascenda le divisioni partitiche e che rappresenti un patrimonio comune per l’intera comunità sarda, volto a costruire un futuro di sviluppo sostenibile e coeso.
La riforma, pertanto, si prefigge di essere un atto fondativo, un pilastro per un’autonomia regionale dinamica e reattiva alle sfide del XXI secolo.







