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venerdì 14 Novembre 2025

Rinascita ISOLA: Artigianato Sardo al Centro del Dibattito Politico

Nel cuore del dibattito politico regionale, si riaccende la discussione sulla rinascita dell’Istituto Sardo per l’Organizzazione del Lavoro Artigiano (ISOLA), un’istituzione storica soppressa vent’anni fa e ora al centro di un disegno di legge proposto dalla giunta Todde.

La Prima Commissione consiliare, presieduta da Salvatore Corrias (Pd), ha rinviato l’espressione del parere, a testimonianza di un confronto acceso tra maggioranza e opposizione, che solleva interrogativi profondi sul futuro dell’artigianato sardo e sulla gestione delle risorse pubbliche.
L’assessore al Turismo, Franco Cuccureddu, ha motivato l’urgenza della ricostituzione dell’ISOLA come un imperativo di giustizia, sottolineando il suo ruolo cruciale nel sostenere l’economia, preservare l’identità culturale e promuovere l’artigianato sardo a livello internazionale.

La sua argomentazione si fonda sulla constatazione di una lacuna istituzionale critica: con la recente scomparsa di Sardegna Promozione, nessun organismo regionale si occupa più specificamente del settore artistico-artigianico, esponendo il patrimonio di saperi tradizionali al rischio di dispersione.

La richiesta di ripristino dell’istituzione, secondo l’assessore, è giunta in modo pressante dagli stessi operatori, che si sentono abbandonati e privi di un punto di riferimento strategico.
L’impostazione proposta per la nuova ISOLA mira a una struttura snella ed efficiente, caratterizzata da un Consiglio di Amministrazione ridotto a tre figure specializzate e da personale interno alla Regione, con l’obiettivo di minimizzare i costi e l’impatto sul bilancio pubblico.

L’ambizione è quella di raggiungere il pareggio di bilancio attraverso un incremento della produzione e delle vendite.
Un elemento di particolare rilevanza, e che ha catalizzato le polemiche, è il collegamento con un’operazione immobiliare a Porto Cervo.

L’assessore ha evidenziato come l’approvazione del disegno di legge entro un breve termine (due o tre mesi) sia essenziale per poter rientrare in possesso del negozio situato in quella località, attualmente oggetto di trattative e ceduto nella precedente legislatura.
Quel negozio rappresenta, a detta dell’assessore, un simbolo e una vetrina strategica, capace storicamente di generare il 70% del fatturato complessivo, facilitando la vendita di prodotti di alto valore nei mercati internazionali.
La reazione del centrodestra, guidato da Gianni Chessa, ex assessore al Turismo nella giunta Solinas, è stata di forte contestazione.
Chessa ha definito l’iniziativa come un utilizzo improprio di denaro pubblico a fini personali, denunciando un costo annuale di oltre 9 milioni di euro a regime e prospettando la creazione di un “carrozzone politico” e un “poltronificio”.

In alternativa, l’ex assessore suggerisce di destinare risorse a incentivi diretti per gli artigiani, come già attuato dalla giunta precedente.
Il nodo cruciale, per Chessa, rimane l’operazione immobiliare di Porto Cervo, considerata un’azione a favore di una ristretta cerchia di produttori di alto costo, e non dell’intero comparto artigianale.
La critica si estende a una percezione di opacità e clientelismo, alimentando dubbi sulla trasparenza e sull’efficacia dell’iniziativa.

Il dibattito si configura quindi come un confronto tra due visioni contrastanti: da un lato, la volontà di ripristinare un’istituzione storica per sostenere l’artigianato; dall’altro, il timore di una gestione inefficiente e di un potenziale spreco di risorse pubbliche, con un rischio di favoritismi che ne minerebbe la credibilità.
La questione pone, al di là delle valutazioni politiche, una riflessione più ampia sul ruolo dell’intervento pubblico nella salvaguardia e promozione del patrimonio culturale e produttivo della Sardegna.

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