La questione energetica in Sardegna si presenta come un nodo complesso, avvolto da inefficienze legislative e accuse di favorire la speculazione a discapito della volontà popolare.
Le misure adottate finora, la moratoria e la definizione di aree idonee, si sono rivelate insufficienti, tanto da incorrere in impugnazioni governative e non affrontare il problema di fondo.
In questo scenario, la legge Pratobello 24 emerge come un’alternativa concreta, sostenuta da un ampio consenso cittadino – oltre 220.
000 firme – e ora al centro di un’interrogazione illustrata presentata da Alessandro Sorgia, esponente della Lega, rivolta alla Presidente della Regione Todde.
L’interrogazione mira a sollecitare l’esecutivo a considerare urgentemente un disegno di legge che incorpori i principi e gli obiettivi della Pratobello, riconoscendo così la forza di un’espressione democratica che chiede un cambio di rotta.
Sorgia, in particolare, ha sempre contestato la moratoria, definendola un’illusione volta a guadagnare tempo per gli speculatori, un’affermazione rafforzata dagli eventi che si stanno verificando sul colle di Sant’Elia a Cagliari.
Lì, un progetto per un vasto impianto fotovoltaico – 37 ettari di pregio paesaggistico – rischia di essere realizzato con il consenso del Ministero della Difesa e in totale assenza di pianificazione concertata con Regione e Comune, evidenziando una gestione strategica che ignora le istanze locali.
La proposta Pratobello 24 si configura come un tentativo di riconquistare il controllo del futuro energetico sardo, restituendo alla comunità il potere di decidere il proprio percorso.
Non si tratta di una soluzione semplice, ma rappresenta un approccio radicato nella partecipazione popolare, in contrasto con le decisioni dall’alto che hanno caratterizzato la gestione del settore finora.
La legge, nata dal basso e sostenuta da un’ampia base di cittadini, è inspiegabilmente bloccata, oggetto di un silenzio politico che i rappresentanti del centrodestra – Stefano Schirru (Alleanza Sardegna), Alice Aroni (Udc) e Ivan Piras (Forza Italia) – definiscono “assordante” e un insulto alla democrazia.
Il nocciolo della questione risiede nella volontà di superare una visione centralizzata e tecnocratica della transizione energetica, abbracciando un modello più inclusivo e partecipativo.
La legge Pratobello 24, quindi, non è solo una proposta legislativa, ma un simbolo della rivendicazione di un processo decisionale più trasparente e responsivo alle esigenze del territorio e dei suoi abitanti.
L’ostinazione a ignorare una proposta così ampiamente sostenuta solleva seri interrogativi sulla capacità del governo regionale di ascoltare la voce dei cittadini e di operare in linea con i principi fondamentali della democrazia rappresentativa, alimentando una crescente frustrazione e una profonda sfiducia verso le istituzioni.