Sardegna, frattura in maggioranza: il nodo Albieri al centro del conflitto.

La frattura si è aperta in Sardegna, mettendo a dura prova la tenuta della maggioranza di governo e sollevando interrogativi sulle dinamiche di potere che regolano la gestione degli enti locali.
Il nodo cruciale è la conferma di Fabio Albieri alla presidenza dell’Egas (Ente di Governo della Sardegna), un risultato che ha visto l’inattesa convergenza della presidente della Regione, Alessandra Todde, con esponenti del centrodestra, innescando una reazione veemente da parte del Partito Democratico.
Roberto Deriu, capogruppo dem in Consiglio regionale, ha espresso un netto rifiuto di questa scelta, definendola priva di coerenza logica e proceduralmente discutibile.
Il voto, frutto di un’Aula segnata da assenze significative e apparentemente casuali, ha materializzato una divergenza che rischia di erodere la credibilità dell’intera coalizione progressista.

La difficoltà, sottolinea Deriu, risiede nella necessità di giustificare agli elettori l’affidamento di incarichi di responsabilità a figure provenienti da un campo politico avverso.

Al di là delle accuse di illegittimità procedurale, l’episodio rivela una più profonda questione: la gestione degli equilibri politici all’interno di una coalizione ampia e variegata come quella sarda.
Nonostante le smentite riguardanti un tentativo di boicottaggio dei lavori del Consiglio, l’atmosfera è tesa e le ripercussioni politiche appaiono innegabili.
Il vice capogruppo del Movimento 5 Stelle, Gianluca Mandas, adotta un approccio più pragmatico, riconoscendo che all’interno di una solida alleanza possono sorgere divergenze e confronti.
Questa visione, sebbene più accomodante, evidenzia la difficoltà di conciliare ideali politici distinti all’interno di un’unica piattaforma di governo.
Salvatore Cau, vice capogruppo di Orizzonte Comune, condivide questa prospettiva, definendo la situazione come “fisiologica” e auspicando una rapida risoluzione grazie al “buon senso” dei colleghi.

Tuttavia, la ferma presa di posizione di Deriu e la conseguente insofferenza del Pd suggeriscono che la questione va oltre una mera divergenza di opinioni e tocca i principi fondamentali che guidano l’azione politica della coalizione.
L’evento solleva interrogativi sulla capacità della presidente Todde di mantenere la coesione all’interno del suo governo e sulla sostenibilità di un modello di governance basato su compromessi che potrebbero risultare difficili da spiegare all’elettorato.

Il futuro della maggioranza dipenderà dalla capacità di superare questa crisi e di ricostruire un rapporto di fiducia reciproca, un compito arduo in un contesto politico sempre più complesso e polarizzato.

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