lunedì 28 Luglio 2025
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Sardegna, legge sul fine vita: accordo in vista, ma etica al centro

La Sardegna si appresta a definire il proprio quadro legislativo in materia di fine vita, con l’obiettivo di approvare una legge entro la pausa estiva.
La presidente della seconda commissione consiliare, Carla Fundoni (Pd), esprime ottimismo riguardo alla possibilità di raggiungere un accordo, sostenendo che il provvedimento sarà il frutto di un ampio confronto e mirerà a bilanciare le diverse sensibilità emerse durante le audizioni pubbliche.
Il testo in discussione, supportato da tutte le forze politiche del Campo largo, si ispira alla proposta promossa dall’associazione Luca Coscioni, che ha visto l’adozione di leggi simili in altre regioni italiane.

Il dibattito in corso si rivela complesso e articolato, come testimoniato dall’ultima audizione con il professor Giuseppe Castello, medico e docente di bioetica presso la Pontificia facoltà della Sardegna.

Castello ha messo in luce le dicotomie intrinseche alla questione del fine vita, evidenziando la compresenza di prospettive utilitaristiche, che valutano l’azione in base alla massimizzazione del benessere complessivo, e di concezioni individualistiche, che pongono la libertà personale come valore supremo.
Il docente, pur riconoscendo l’importanza della libertà individuale, ha auspicato una visione che integri il rispetto per la vita con la tutela dell’autonomia del singolo, in linea con i principi fondamentali di una società democratica, che non può, per sua stessa natura, arrogarsi il diritto di decidere sulla vita o sulla morte.
La riflessione del professore ha innescato un’acuta interrogazione sull’autodeterminazione del paziente, arrivando a sollevare questioni etiche di profondo impatto.
L’analogia con la possibilità di disporre del proprio corpo, ad esempio attraverso la donazione di organi, ha messo in discussione i limiti imposti alla libertà individuale quando si tratta di scegliere il momento e le modalità del proprio congedo.
Il dibattito ha inoltre sottolineato la necessità di un’indagine approfondita sulle motivazioni che spingono una persona a richiedere un aiuto per il suicidio.
Non è sufficiente accertare la presenza di una malattia terminale o di sofferenze fisiche insopportabili: è cruciale escludere che la richiesta sia il frutto di crisi esistenziali, problemi psicologici o difficoltà sociali non adeguatamente affrontate.
La legge, pertanto, deve prevedere misure di sostegno psicologico e sociale per i pazienti in sofferenza, al fine di garantire loro una reale opportunità di superare il momento di crisi e di ritrovare un senso alla propria esistenza.
Parallelamente alla discussione sulle modalità di assistenza al suicidio, è emersa con forza la questione dell’accesso alle cure palliative.
Il professore Castello ha sottolineato l’imperativo di garantire a tutti i pazienti, compresi i bambini, un’assistenza palliativa adeguata e tempestiva, in grado di alleviare il dolore e migliorare la qualità della vita.

L’attuale situazione, caratterizzata da disomogeneità nell’offerta di servizi palliativi sull’intera Isola, rappresenta una grave criticità da risolvere con urgenza.

La commissione Sanità si riunirà domani per avviare la discussione generale sul testo legislativo e successivamente procederà all’esame degli articoli.
Il voto finale è previsto nelle prossime settimane, con l’obiettivo di portare la legge in Aula per l’approvazione definitiva entro la pausa estiva.
L’auspicio è che il provvedimento risulti un punto di riferimento importante per la gestione del fenomeno del fine vita in Sardegna, coniugando il rispetto per la libertà individuale con la tutela della dignità umana e l’impegno per garantire a tutti i pazienti un’assistenza adeguata e compassionevole.

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