La Sardegna si appresta a definire un quadro legislativo complesso e delicato: la legge che disciplina l’assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito, un tema profondamente radicato in questioni etiche, giuridiche e sociali.
L’iniziativa, sostenuta dall’associazione Luca Coscioni e recepita dalla maggioranza politica guidata da Alessandra Todde, ha superato un significativo ostacolo con l’approvazione nella Sesta commissione del Consiglio regionale.
La proposta di legge, denominata “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito”, si pone come risposta concreta alla sentenza n.
242/2019 della Corte Costituzionale, una decisione che ha riconosciuto il diritto del paziente affetto da patologie irreversibili e in condizioni di sofferenza intollerabile di richiedere un supporto medico per porre fine alla propria esistenza, garantendo al contempo rigide salvaguardie.
L’approvazione, ottenuta con un ampio consenso all’interno del centrosinistra, evidenzia la sensibilità politica verso un tema che solleva interrogativi fondamentali sul diritto all’autodeterminazione, sulla dignità umana e sul ruolo della medicina.
L’unico dissenso, espresso dal consigliere Lorenzo Cozzolino, apre a un dibattito più ampio e articolato, riflettendo le diverse posizioni etiche e morali che caratterizzano la società sarda.
Il percorso legislativo, avviato ufficialmente a maggio, ha visto l’ascolto attento delle voci coinvolte: professionisti sanitari, rappresentanti di associazioni e bioeticisti.
Il parere favorevole dell’Ordine dei Medici e degli operatori sanitari sottolinea la consapevolezza della necessità di fornire un supporto medico adeguato a coloro che si trovano in una condizione di sofferenza insopportabile, pur nel rispetto di protocolli rigorosi.
In contrasto, le associazioni Pro Vita e alcuni bioeticisti hanno espresso preoccupazioni riguardo alla potenziale erosione del valore della vita e alla possibilità di abusi.
La designazione delle relatrici in Aula, Carla Fundoni (Pd) per la maggioranza e Corrado Meloni (FdI) per la minoranza, indica l’intenzione di promuovere un dibattito costruttivo e trasparente.
L’obiettivo ambizioso della maggioranza è quello di portare la legge in votazione entro l’estate, posizionando la Sardegna come seconda regione italiana a concretizzare l’attuazione della sentenza della Consulta, dopo la Toscana.
Tuttavia, l’esperienza toscana, segnata dall’impugnazione governativa della normativa regionale, mette in guardia sulla complessità dell’implementazione e sulla necessità di un approccio che tenga conto delle sensibilità politiche e religiose presenti nel paese, al fine di evitare future contestazioni legali.
La discussione in Aula si preannuncia cruciale per definire i criteri di accesso all’assistenza, le procedure di valutazione della sofferenza, e le garanzie per la tutela della volontà del paziente e la protezione dei sanitari coinvolti, elementi essenziali per garantire la legittimità e l’efficacia della legge.