La recente sentenza del Tribunale civile di Cagliari ha acceso un acceso dibattito politico in Sardegna, mettendo a dura prova la stabilità del governo regionale guidato da Alessandra Todde. La presidente, con una fermezza che contrasta le crescenti pressioni dell’opposizione, ha ribadito la sua intenzione di proseguire nell’esercizio delle sue funzioni, affermando che il Consiglio regionale avrà l’ultima parola, ma che nel frattempo è suo dovere governare.La risposta di Todde, un netto rifiuto di qualsiasi timore o indecisione, ha provocato una reazione veemente dall’area centrodestra, che ha visto nella sentenza un’opportunità per mettere in discussione la legittimità dell’esecutivo. La governatrice, tuttavia, ha risposto con una difesa articolata, non solo della sua posizione, ma anche di una evoluzione politica complessa e spesso fraintesa.Ha sottolineato come il Movimento 5 Stelle, da lei precedentemente appartenuto, abbia subito una trasformazione radicale, attraverso scissioni, cambiamenti di leadership e un profondo ripensamento delle proprie posizioni. “Chi non riesce a percepire questa metamorfosi, crede ancora a un M5S fossilizzato in schemi del passato”, ha dichiarato, suggerendo una distanza strategica dalla retorica giustizialista che in passato ha caratterizzato il movimento.Al centro della sua difesa vi è la salvaguardia dello Stato di diritto, un principio che, a suo dire, viene spesso messo in discussione e delegittimato. La sua determinazione a difendere questo principio non è vista come un atto di sfida, ma come un dovere imprescindibile per chi ricopre un ruolo di responsabilità istituzionale. Ha esplicitamente affermato il suo diritto di agire, di difendersi con tutti gli strumenti a sua disposizione, rivendicando la legittimità delle sue azioni.Parallelamente, la vicenda si sviluppa sul piano giuridico. La presidente ha confermato di avere 30 giorni per presentare appello contro la sentenza, indicando la volontà di avvalersi di un team difensivo ampliato con consulenze di esperti a livello nazionale. Questa strategia rivela un approccio proattivo e una volontà di affrontare la questione con la massima preparazione e competenza. La fiducia nei confronti dei suoi legali rimane incrollabile, e l’apertura ad ulteriori pareri professionali testimonia la ricerca di una soluzione giuridica solida e completa.L’intera vicenda, al di là delle implicazioni immediate per il governo regionale, solleva questioni più ampie relative all’autonomia delle istituzioni, all’indipendenza della magistratura e alla necessità di un dibattito pubblico costruttivo e informato sui temi cruciali per la vita democratica della Sardegna.
Sentenza a Cagliari, Todde respinge l’attacco e difende il governo.
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