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mercoledì 5 Novembre 2025

Todde al bivio: Manovra e appello, futuro in bilico.

Il governo regionale, guidato da Alessandra Todde, si trova a navigare un intricato scenario politico e legale, segnato da una Manovra finanziaria 2026 ancora in fase di definizione e dall’imminente udienza sul contenzioso relativo alla presunta decadenza dalla carica.

La Manovra, la cui finalizzazione è strettamente legata alle trattative in corso con il Ministero dell’Economia per la redistribuzione delle risorse derivanti dalla vertenza entrate spettanti alla Sardegna, incarna le priorità amministrative in un contesto di stringimenti finanziari e necessità di ottimizzazione delle risorse pubbliche.
L’attenzione, tuttavia, è concentrata sul delicato processo giudiziario che coinvolge direttamente la figura della Presidente.

La questione nasce da una sentenza del Tribunale civile di Cagliari, che aveva disposto la decadenza, decisione contestata da Todde con un appello.
Questo appello si inserisce in una più ampia vicenda legale, che ha visto la Corte Costituzionale pronunciarsi su un conflitto di attribuzione tra Stato e Regione, sollevato da un ricorso relativo alla normativa elettorale che aveva originato la questione.
La decisione della Consulta, pur non annullando integralmente la sentenza di primo grado, ha sostanzialmente circoscritto i poteri del collegio giudicante, precisando che l’imposizione della decadenza non poteva essere basata su fattispecie non espressamente previste dalla legge.
Questo chiarimento costituzionale ha rappresentato una parziale vittoria per la Presidente, sebbene il contenzioso rimanga aperto.
L’udienza del 7 novembre si preannuncia cruciale, anche se si prevede un rinvio della decisione di merito.

I legali di Todde intendono contestare la memoria difensiva presentata dall’avvocato Riccardo Fercia, precedentemente legale del Collegio di garanzia (poi revocato), richiedendone l’esclusione dal procedimento.
Questo tentativo suggerisce una strategia volta a rafforzare la posizione della Presidente e a isolare gli elementi che potrebbero ostacolare la sua difesa.
Parallelamente, si sviluppa un procedimento autonomo legato all’appello presentato dal consigliere regionale Sandro Porcu, assistito dall’avvocato Piero Franceschi.

La separazione di questo filone processuale complica ulteriormente lo scenario legale e introduce un ulteriore elemento di incertezza.
La decisione finale, presumibilmente rinviata al 27 novembre, dipenderà dall’analisi approfondita degli argomenti avanzati dalle diverse parti in causa, e potrebbe avere implicazioni significative per il futuro del governo regionale e per il delicato equilibrio istituzionale tra Sardegna e Stato.

La vicenda sottolinea la complessità del sistema giuridico e le sfide che i leader politici devono affrontare quando le decisioni istituzionali si scontrano con questioni legali di portata nazionale.

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