Il Cagliari affronta un momento di profonda incertezza, culminato in una nuova sconfitta, questa volta contro la Lazio in un Olimpico che si preannunciava ostico.
La piega negativa del percorso rossoblù, segnata da una serie di insuccessi consecutivi, solleva interrogativi significativi sulla tenuta mentale e tecnica della squadra.
La posizione in classifica, ora appannata in una lotta per la salvezza condivisa con un Lecce che solo pochi mesi fa sembrava distante, rivela una realtà ben più complessa rispetto alle aspettative iniziali.
La prestazione contro la Lazio, pur mostrando alcuni segnali di miglioramento rispetto alla precedente gara con il Sassuolo, non è riuscita a mascherare una serie di problematiche strutturali che persistono.
La squadra, costretta a guardare costantemente verso le zone basse della graduatoria, si trova a fronteggiare una situazione critica, con la terzultima posizione distanziata di soli tre punti e la Fiorentina, squadra apparentemente in affanno, che incombe minacciosa.
Le cinque sconfitte accumulate, l’ultima vittoria risalente al lontano 19 settembre, e i soli due punti conquistati nelle ultime sei partite, disegnano un quadro allarmante, evidenziando un rendimento tra i peggiori dell’intero campionato.
L’anemia offensiva è un sintomo preoccupante: l’incapacità di concretizzare le occasioni da gol, unita alla scarsa precisione dei tiri, frustra le ambizioni di una squadra che, paradossalmente, si trova ancora tra le squadre più prolifiche della zona retrocessione.
L’apporto dei singoli attaccanti, con Belotti e Felici a capo lista dei marcatori con soli due gol a testa, appare insufficiente, mentre i centrocampisti si sono dimostrati finora incapaci di farsi sentire in area avversaria.
I tentativi di rivoluzione tattica, come l’impiego di Kilicsoy, si sono infranti contro la solidità difensiva avversaria, mentre Pavoletti, ancora una volta, ha sfiorato il gol nell’ultimo frangente.
Esposito, Gaetano e Borrelli faticano a trovare la propria dimensione, mentre Luvumbo sembra aver perso la capacità di eludere i marcatori con la grinta e l’efficacia che lo avevano caratterizzato in precedenza.
Nonostante le difficoltà, emergono segnali incoraggianti: l’aggressività e la determinazione mostrate nei primi quindici minuti di gioco, la crescita di Folorunsho e il ritorno in campo di Mina e Luperto rappresentano un punto di partenza per invertire la tendenza.
La partita di Como, in programma per il prossimo sabato, si configura come un banco di prova cruciale, un’occasione per riscattare l’inaspettato passo falso casalingo contro il Sassuolo.
La successiva sosta, prima dell’attesissima sfida contro il Genoa, offrirà l’opportunità di una riflessione approfondita e di un’eventuale correttiva tattica.
“Andiamo a casa a mani vuote, ma consapevoli di aver ripreso il nostro percorso,” ha dichiarato il mister Pisacane a fine partita, incitando la squadra a mantenere un approccio positivo e a concentrarsi sugli obiettivi prefissati.
La salvezza resta l’imperativo categorico, e la capacità di trasformare l’incertezza in fiducia sarà determinante per affrontare le prossime sfide con rinnovato vigore e determinazione.
La squadra, con un obiettivo chiaro nella mente, deve continuare a guardare il bicchiere mezzo pieno, consapevoli che la strada per la risalita è ancora lunga e costellata di ostacoli.







