La Camera dei deputati ha definitivamente approvato il decreto-legge sulle elezioni con un’ampia maggioranza di 131 voti a favore contro i 77 contrari e le 3 astensioni. Le forze di opposizione hanno espresso una forte critica verso l’accorpamento dei referendum con i ballottaggi programmati per il prossimo 8 e 9 giugno, mentre avevano richiesto l’integrazione della scelta del voto in occasione del primo turno delle amministrative.Il provvedimento, approvato dalla maggioranza parlamentare, introduce significativi cambiamenti nell’ordinamento elettorale. Una delle misure più discusse riguarda la fine dell’accorgimento che prevedeva liste elettorali distinte per sesso. In base a quanto previsto dal decreto-legge, il principio di parità tra uomo e donna troverà applicazione in ambito elettorale solo nell’indicazione del cognome all’interno delle stesse liste.In particolare, le donne che sono coniugate o vedove non dovranno più indicare il cognome del loro coniuge o partner nel momento di presentarsi alle urne. Si tratta di una misura volta a favorire la parità e a superare ulteriormente i pregiudizi e le distinzioni basate sul sesso.In relazione ai referendum del 2023, il provvedimento stabilisce che il diritto di voto possa essere esercitato anche “fuori sede”. Ciò significa che gli aventi diritto potranno svolgere la loro funzione elettorale in qualsiasi luogo del Paese, non solo nel comune o nel circondario dove sono residente.Il decreto-legge si inserisce nel quadro complesso delle novità introdotte negli ultimi mesi per le elezioni politiche e amministrative. L’approvazione definitiva di questo provvedimento segna un importante passo in avanti verso la realizzazione dei nuovi calendari elettorali, ma il dibattito sulle eventuali criticità rimane aperto.