Il Molise si distingue a livello nazionale per una preoccupante incidenza di comportamenti legati al consumo di alcol, che solleva serie questioni di salute pubblica. I dati recenti, derivanti dall’analisi del sistema di monitoraggio “Passi” dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per il biennio 2023-2024, rivelano che quasi il 37% dei consumatori molisani presenta modelli di assunzione classificati come “a maggior rischio”, un dato che raddoppia la media nazionale (17,8%). Questo primato negativo non si limita al consumo problematico, ma si estende anche al fenomeno del “binge drinking”, con il 25,7% degli adulti che ammettono episodi di consumo eccessivo, superando significativamente la media italiana.Questa situazione, purtroppo, non è un caso isolato. L’analisi dell’ISS evidenzia come il consumo problematico di alcol in Italia mostri una correlazione complessa con variabili socio-demografiche. Sebbene il fenomeno sia generalizzato, si manifesta con maggiore frequenza in specifici gruppi di popolazione. I giovani, in particolare quelli tra i 18 e i 24 anni, rappresentano la fascia d’età più a rischio, con una percentuale di consumo problematico che si attesta al 36%, in linea con il dato molisano.Sorprendentemente, il consumo a rischio non sembra essere legato a difficoltà socio-economiche. Al contrario, si osserva una correlazione positiva tra il consumo problematico e un elevato status socio-economico. Persone con maggiori risorse economiche e un alto livello di istruzione (laureati) mostrano una probabilità significativamente più alta di adottare modelli di consumo pericolosi rispetto a chi ha un’istruzione più limitata. Questo dato suggerisce che fattori psicologici, culturali e sociali, come la pressione del gruppo, la percezione del rischio, e la disponibilità economica, possono giocare un ruolo cruciale, indipendentemente dalle condizioni materiali.L’analisi dell’ISS pone quindi l’accento sulla necessità di interventi mirati e di una più profonda comprensione delle dinamiche sociali e psicologiche che influenzano il comportamento alimentare e le scelte relative al consumo di alcol. Non si tratta semplicemente di un problema di povertà o di mancanza di istruzione, ma di una questione più complessa che richiede una strategia di prevenzione articolata, che coinvolga non solo le istituzioni sanitarie, ma anche le scuole, le famiglie e le comunità locali. È imperativo promuovere una cultura del consumo consapevole e responsabile, contrastando stereotipi e disinformazioni, e incentivando stili di vita salutari per tutti, a prescindere dal background socio-economico o dal livello di istruzione. L’esempio del Molise dovrebbe fungere da campanello d’allarme per l’intero Paese, stimolando una riflessione più ampia e una maggiore attenzione alla salute pubblica.
Alcol al limite: il Molise in cima alla classifica nazionale.
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