Antonia Ocone, la giovane donna gravemente ferita nel tragico evento che ha sconvolto Paupisi, in provincia di Benevento, ha compiuto un primo, significativo passo verso la ripresa.
Dopo un periodo cruciale trascorso in Rianimazione, è stata trasferita nell’unità di Neuroriabilitazione del Neuromed di Pozzilli (Isernia), segnando un momento di speranza in un percorso irto di sfide.
La famiglia Ocone è stata straziata da un atto di violenza inaudita, che ha portato alla perdita della madre e del fratello minore, lasciando Antonia con ferite fisiche e psicologiche profonde.
Il bollettino medico diffuso dalla clinica offre un quadro, seppur delicato, delle condizioni attuali di Antonia.
 La sua capacità di rispondere a stimoli esterni, seppur in maniera intermittente e con difficoltà, suggerisce una ripresa delle funzioni cognitive, un segnale incoraggiante per il futuro.
La presenza di un deficit motorio localizzato, che colpisce il lato destro del corpo, evidenzia la gravità delle lesioni subite e la complessità del processo di riabilitazione che l’attende.
 Difficoltà di linguaggio e disfagia (difficoltà a deglutire) rappresentano ulteriori ostacoli da superare, richiedendo un intervento multidisciplinare di specialisti.
 La stabilità dei parametri vitali, con respirazione spontanea supportata da cannula tracheale, e l’assenza di febbre, sono elementi positivi che indicano una risposta favorevole alle cure immediate.
Prospettive di miglioramento emergono dalla pianificazione di un intervento neurochirurgico di ricostruzione cranica, previsto entro i prossimi quindici giorni, a condizione che non si verifichino complicazioni.
 Tale procedura mira a riparare i danni strutturali subiti e a favorire la guarigione, aprendo la strada a ulteriori fasi di riabilitazione intensiva.
 Il percorso di Antonia Ocone è lungi dall’essere concluso e richiede un sostegno costante e specialistico, non solo dal punto di vista medico, ma anche psicologico e sociale, per affrontare il trauma subito e ricostruire un futuro di dignità e speranza.
La sua tenacia e la risposta positiva alle cure rappresentano un faro di speranza per la comunità intera, mentre la famiglia si stringe attorno a lei, affrontando il dolore con la forza necessaria per guardare avanti.



 
                                    


